“Una scelta dolorosa ma obbligata”. Giusto Catania, assessore alla Mobilità di Palermo, risponde alla rabbia dei palermitani imbottigliati in viale Regione Siciliana per via del dimezzamento di Ponte Corleone.
“Questioni di sicurezza, non c’erano alternative”, spiega l’assessore. Il problema è che una alternativa non c'è ed è difficile da trovare anche per i prossimi giorni. “Per uscire da Palermo bisogna attraversare un fiume, non possiamo farci niente. E il provvedimento sul viadotto Corleone è stato indispensabile, perché ci è stato scritto che bisognava applicare questa restrizione”.
Il motivo è che, stando alla relazione dei tecnici, le parti laterali dell’infrastruttura sono più fragili e malconce. È necessario che i carichi (quindi auto, camion, ecc) transitino al centro della carreggiata. Da qui la scelta della strettoia che ha determinato l’inferno della circonvallazione.
“Oggettivamente è un disagio per i palermitani e siamo dispiaciuti - continua Catania -. Siamo tutti costretti a vivere in questa situazione. Ma il provvedimento è stato determinato dalla relazione di ingegneri strutturisti che hanno scritto nero su bianco il da farsi”.
Una relazione di 9 giorni fa, dopo la quale l’assessore comunale alla Mobilità ha dato incarico ai suoi uffici di fare tutto ciò che era necessario per garantire la sicurezza degli automobilisti. “Che sia accaduto nei giorni di Natale non era certo voluto, la nostra non è stata una scelta discrezionale né politica ma di responsabilità”.
E a chi chiede la sospensione della Ztl in città Catania risponde: “Le due cose non sono collegate. La zona a traffico limitato interessa più che altro il centro storico. A questo punto – dice provocatoriamente – revochiamo le isole pedonali e tagliamo da via Maqueda...”.
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia