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L'algerino ucciso a Palermo: due turiste canadesi hanno visto il corpo e dato l'allarme

Gli investigatori passano al setaccio le immagini dei numerosi impianti di videosorveglianza della via Roma

Il luogo dell'omicidio, in via Roma

Due turiste canadesi in vacanza a Palermo camminano a piedi quando sentono tre rumori secchi. Girano l’angolo di via Valverde e imboccano via Roma verso sinistra, proprio di fronte al Palazzo delle Poste. Scorgono un uomo a terra. Credono sia vittima di un malore, chiamano il 112. In pochi secondi arriva la prima auto dei carabinieri del Nucleo radiomobile. E un’ambulanza. I carabinieri in un attimo capiscono che Samir - come tutti chiamavano Badr Boudjemai, l'algerino di 41 anni assassinato venerdì notte - è stato colpito alle spalle con due proiettili e alla testa con un terzo. I primi rilievi del medico legale attendono la conferma dell’autopsia eseguita ieri pomeriggio al Policlinico. A terra non vengono trovati bossoli di proiettili, pare chiaro che a sparare è stato un revolver.

Samir è a terra davanti alle saracinesche di una palestra, dove sono in corso lavori di ristrutturazione, subito dopo l’incrocio con via Valverde, andando in direzione della Stazione centrale. In tasca ha la carta d'identità elettronica, è cittadino italiano, si è trasferito in città da almeno quindici anni. È nato a Bab El Oued, non ha mai avuto a che fare con la giustizia. Ha un telefonino in tasca, subito repertato dagli investigatori della Scientifica dell’Arma, che supportano le indagini del Nucleo investigativo del comando provinciale ed eseguono i primi rilievi. L’inchiesta dei carabinieri del Nucleo investigativo del reparto operativo guidati dal colonnello Ivan Borracchia è coordinata dal sostituto procuratore Vincenzo Amico, del pool di magistrati del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del procuratore Maurizio de Lucia.

La zona è piena di telecamere: tra quella della farmacia che fa angolo con via Valverde, di un mini market, di una banca, di altri esercizi commerciali, quelle del Comune per i varchi della Ztl di via Roma, non sarà difficile avere elementi utili per le indagini. I carabinieri, che non avanzano alcuna ipotesi sul movente del delitto, contano di potere verificare se oltre al killer che ha fatto fuoco c’era un complice che lo ha aiutato nell’omicidio: si ricostruirà se Samir è stato seguito dopo aver concluso il suo turno di lavoro al ristorante, se chi lo ha ucciso lo aspettava lungo il tradizionale percorso ristorante-casa, se la fuga di chi ha aperto il fuoco è avvenuta a piedi o in che modo.

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