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Palermo, parla la sorella dell'algerino ucciso: «Era una persona buona, lavorava per la famiglia, adorava i due figli piccoli»

Fella Boudjemai è mediatore culturale per Medici senza Frontiere. La madre, sconvolta, è stata soccorsa dai sanitari

Fella Boudjemai (foto dal suo profilo Instagram)

«Mio fratello era una persona buona che lavorava per la sua famiglia, per la moglie e i due figli piccoli che adorava». Parla Fella Boudjemai (nella foto), la sorella di Badreddine Boudjemai, l’uomo che la notte scorsa è stato ucciso a Palermo, in via Roma, con tre colpi di pistola, uno dei quali alla testa.

«Anche ieri sera, come faceva sempre quando finiva di lavorare, ha mandato un messaggio alla moglie: "Sto tornando". Ma lui non è arrivato mai - dice Fella Boudjemai, mediatore culturale che lavora per Medici senza Frontiere -. Andrò dai carabinieri per sapere del delitto di mio fratello. In famiglia non riusciamo a comprendere cosa sia successo. Tutti sanno che mio fratello era una persona buona che adorava la sua famiglia. Padre di due figli di cinque e un anno. Dopo la nascita del secondo figlio, la moglie è rimasta a casa, pensava a tutto lui. Lavorava dalla mattina alla sera».

La famiglia abita in via Roma, nella zona del supermercato Lidl. Badr stava tornando a casa. In questi giorni era arrivata anche la madre dell’uomo. La notizia dell’omicidio ha lasciato nella disperazione i parenti che questa mattina sono stati sentiti al comando provinciale. La madre dell’uomo ucciso era visibilmente sconvolta. È stata soccorsa dai sanitari. «Mio fratello ha lavorato in altri locali di Palermo - aggiunge la sorella - da via Olivella a via Maqueda. Era conosciuto da tanti e amato. Sorrideva sempre al lavoro. Era una persona splendida».

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