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Palermo, Polizzi ritira la sua candidatura e nega il patto elettorale con Sansone e i boss

Nei riquadri Sansone e Polizzi

Negano l’esistenza del patto elettorale illecito, sostengono che la trascrizione dell’intercettazione che li ha fatti finire in carcere non sia del tutto fedele al contenuto della conversazione, dicono di conoscersi da anni, ribadiscono che quel «se sono potente io, siete potenti anche voi» era solo un modo per millantare potere. Si difendono così il costruttore mafioso Agostino Sansone e il candidato di Forza Italia al Comune di Palermo Pietro Polizzi, arrestati ieri per scambio elettorale politico-mafioso. Oggi sono stati sentiti dal gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia e hanno scelto di non avvalersi della facoltà di non rispondere.

Polizzi, peraltro, ha detto che rinuncia alla candidatura. «Mi ritiro dalla competizione elettorale, non sono più in corsa, nell’ipotesi remota di una elezione non accetterei», ha detto il candidato di Forza Italia al Consiglio comunale.

Sansone con il gip ha a lungo parlato dei problemi di salute che lo affliggono e entrambi hanno detto di conoscersi e frequentarsi da molto tempo. Davanti alla contestazione della frase «se sono potente io, siete potenti anche voi» , pronunciata da Polizzi, e ritenuta dai pm, coordinati da Paolo Guido, l’elemento chiave del patto politico-mafioso stretto col costruttore storico alleato del boss Totò Riina, l’indagato ha detto: «È il mio modo di parlare», facendo intendere che dietro l’espressione c'era il tentativo di farsi bello con Sansone.

Di diverso avviso procura e gip che l’hanno ritenuta fondamentale per la contestazione del reato di scambio elettorale tanto da intervenire tempestivamente con la misura cautelare prima delle elezioni di domenica prossima nel timore che «il diritto-dovere di voto fosse trasfigurato in merce di scambio assoggettata al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso».

Sottoposto a interrogatorio di garanzia anche Manlio Porretto, collaboratore di Sansone e pure lui arrestato ieri. Anche Porretto ha accettato di rispondere ai giudici.

Intercettati il 10 maggio scorso, durante un incontro al comitato elettorale di Polizzi, grazie ad un Trojan piazzato nel cellulare di Sansone, i tre discutevano del sostegno della famiglia Sansone, storica alleata del boss Totò Rina, alla candidatura di Polizzi. «Se sono potente io, siete potenti anche voi», diceva, non sapendo di essere registrato, l’aspirante consigliere, già eletto nel 2012 alla Provincia nelle liste dell’Udc. Una frase che, secondo gli inquirenti, non lascerebbe spazio a dubbi, seguita dall’impegno di Sansone al sostegno della candidatura.

 

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