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Mazzarino ritira la sua candidatura. Miccichè: «Polizzi, un errore. FI parte lesa»

Il presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè

Adelaide Mazzarino ha deciso di rititirare la propria candidatura, dopo l’arresto per voto di scambio politico-mafioso di Pietro Polizzi, il candidato di Forza italia al consiglio comunale con cui correva in tandem. «Queste cose non mi appartengono neppure lontanamente e mettono un macigno sopra la mia passione - scrive in una nota Mazzarino -. Sono talmente sconcertata per la notizia appresa da non avere più la voglia di proseguire, anche perché, riprendendo le parole del coordinatore Gianfranco Miccichè, mai accetterei voti del genere. La mia campagna elettorale finisce qui. Mi spiace solo non potere dare il mio solito contributo al partito nel quale ho sempre creduto con tutta me stessa».

Sull'arresto di Polizzi è intervenuto anche Gianfranco Micciché: «Mi assumo interamente la responsabilità dell’errore perchè si tratta di un errore ovviamente - ha detto all'AGI -, e non di accordo con la mafia, che sia chiaro». Un «errore grave» di cui «mi pento e che ci danneggia», ha aggiunto il coordinatore regionale di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, che ha detto anche di avere chiesto e ottenuto dalla candidata Adelaide Mazzarino di rititirare la propria candidatura.

«Questa persona - ha proseguito Miccichè riferendosi a Polizzi - era stato candidato in tanti altri partiti in svariate occasioni. Non potevamo immaginare che si trattasse di una persona di questo tipo. Noi ogni volta chiediamo i certificati penali, il certificato antimafia, per cui da questo punto di vista più di tanto non si può fare. Io mi arrabbio comunque però onestamente mi è sembrato di vedere da parte di tutti i protagonisti di questa vicenda una buona fede assoluta. Il mio responsabile della lista si è presentato stamane a casa mia con le dimissioni, era molto avvilito, e io le ho rifiutate perchè mi rendo assolutamente conto che lui non c’entra nulla. Un errore si può fare». Dice ancora ad AGI: «Ho immediatamente comunicato che ci costituiremo parte civile nel momento in cui ci dovesse essere un processo. Non ho mai incontrato questa persona, è stata una di quelle candidature che ci vengono proposte». Eppure nelle intercettazioni Polizzi avrebbe fatto anche il suo nome nella vicenda Ast: «Su questo sono certo che si tratta di millantato credito. Ho parlato anche con Dalì che mi ha detto che non esiste nessun tipo di contatto con questa persona. Si erano incontrati per la candidatura al Comune, non per altro, e gli credo. In ogni caso per il buon nome non solo di Forza Italia, ma della politica in assoluto, chiedo scusa a tutti i nostri elettori per l’errore commesso di cui mi pento. Stavolta ci siamo incappati, ma ci costituiremo parte civile, a dimostrazione della nostra buona fede. Dopo di che, attendiamo di capire quanto di tutto questo sia assolutamente reale».

«Siamo sconcertati per quello che è accaduto oggi - ha detto Andrea Mineo, coordinatore cittadino di Forza Italia - ma nessuno mai poteva immaginare una cosa del genere, perché avevamo curato, in maniera certosina, tutti gli adempimenti propedeutici alla formazione delle liste, come imposto dalle normative vigenti. Polizzi era stato candidato con altre forze politiche e risulta incensurato». Per Mineo «questa vicenda ha danneggiato l’immagine del nostro partito. Per questo condivido la scelta del nostro coordinatore Gianfranco Miccichè di far costituire Forza Italia parte civile in caso di rinvio a giudizio di Polizzi». A giudizio del coordinatore cittadino del partito, «il suo arresto comunque non inficia il lavoro fatto sui territori e all’interno della coalizione, oltre alla tenuta della nostra lista, che è costituita da amministratori, professionisti e componenti della società civile. Siamo sicuri della fiducia degli elettori, che vorranno dare a Palermo una prospettiva seria e stabile, dopo la fallimentare esperienza del centrosinistra. Sulla trasparenza delle candidature di Forza Italia, ai nostri avversari politici, ricordiamo che il nostro partito ha sempre combattuto la mafia con i fatti - conclude Mineo -. Non c'è un partito che abbia agito come Forza Italia nella lotta contro la mafia e le leggi dei governi Berlusconi lo dimostrano».

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