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Il blitz di Palermo: «Gli estorti con lo Stato non collaborano e con i boss sì, però la mafia è meno forte»

"La protezione da parte di cosa nostra è ancora prevalente ma la mafia non ha più la potenza militare, organizzativa e strategica che aveva negli anni delle stragi". Il prefetto Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della polizia, commenta così il blitz con 31 arresti (portato a termine con i carabinieri) a Palermo che ha consentito di "disarticolare un aggressivo consesso mafioso dedito - tra l’altro - alle estorsioni massive e al traffico di sostanze stupefacenti, i cui proventi hanno permesso agli indagati di acquisire beni per un ammontare di 350.000 euro, oggi sottoposti a sequestro preventivo".

Il riferimento di Messina è ai commercianti che pagano il pizzo e in certi casi preferiscono rivolgersi ai boss del quartiere per ottenere protezione, piuttosto che allo Stato. Una tendenza che però subisce un rallentamento, con il minore potere della mafia.

"Il costante impegno della polizia di Stato nella repressione del fenomeno mafioso - sottolinea Messina - appare oggi ancora più denso di significato per l’imminenza delle celebrazioni a ricordo del sacrificio che 30 anni fa sopportarono i giudici Falcone e Morvillo e gli uomini della Polizia di Stato in servizio per la loro tutela".

Le indagini hanno consentito di colpire un aggressivo consesso mafioso dedito, tra l’altro, alle estorsioni e al traffico di droga, i cui proventi hanno permesso agli indagati di acquisire beni per un ammontare di 350.000 euro, che oggi sono stati sottoposti a sequestro preventivo. "Il costante impegno della polizia di Stato nella repressione del fenomeno mafioso - continua il dirigente di polizia - appare oggi ancora più denso di significato per l’imminenza delle celebrazioni a ricordo del sacrificio che 30 anni fa sopportarono i giudici Falcone e Morvillo, e gli uomini della Polizia di Stato in servizio per la loro tutela".

video di Marcella Chirchio

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