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La morte di Letizia Battaglia, istituzioni e cittadini alla camera ardente: la salma verrà cremata

Quando una delle sue foto più celebri - la bambina col pallone - viene esposta dietro la bara, la folla applaude. Sul feretro due mazzi di fiori di campo, «quelli che piacevano a lei», dice la figlia Shobba, fotografa come sua madre Letizia, donna libera che ha raccontato miserie, grandezze, dolori e speranze di Palermo, morta ieri. Accanto a Shobha, nella camera ardente allestita a Palazzo delle Aquile, sede del Comune di Palermo, c'è il sindaco Leoluca Orlando, l’amico di una vita che l’aveva voluta nella sua giunta.

Decine le persone arrivate a rendere omaggio a Letizia Battaglia che domani verrà cremata a Cosenza. Niente funerali in chiesa: domani mattina alle 10,30 un saluto laico prima la salma venga trasferita. È stata lei stessa a chiederlo, come è stata lei a chiedere che le sue ceneri siano disperse nel mare che tanto amava. «Deve essere una grande festa, come lei avrebbe voluto», dice Shobha. «Sia una festa», è anche l’invito di Leoluca Orlando. Shobba le è stata accanto fino alla fine e ha esaudito il suo ultimo desiderio: essere fotografata nel tornante conclusivo della sua vita. «Se ci sono le foto di quando sono nata ci devono essere quelle di quando sono morta. Devi raccontare la mia malattia e il mio trapasso», ha chiesto alla figlia.

Trasgressiva, controcorrente, capace di cogliere anche la bellezza della morte, lei che ha fotografato e raccontato gli omicidi di mafia, gli anni bui di Palermo, «ora - aggiunge Shobba - è la mamma di tutti. È libera e vive nei ricordi di tutti. Per questo faremo una grande festa». Decine i messaggi di cordoglio: politici, il ministro della Cultura Franceschini, il presidente della Camera Fico, compagni di tante battaglie, amici. «Classificarla come una fotografa di mafia - dice Orlando - è riduttivo. Lei ha mantenuto una grande umanità davanti ai volti di feroci criminali e, con i suoi scatti, ha accompagnato questa città nel cammino di liberazione da Cosa nostra anche con il suo l'impegno di assessore e di parlamentare regionale. La sua vita è stata un continuo richiamo a rendere tutto visibile».

La fotografa antimafia, morta ieri a Palermo a 87 anni, è stata anche assessore comunale. Presenti a Palazzo delle Aquile, i familiari, le figlie Shobha, Patrizia, Cinzia, la sorella Marina Battaglia. Diversi i rappresentanti delle istituzioni e anche semplici cittadini. Tante le lacrime, così come tanti i ricordi nelle parole dei presenti tra i quali l'artista Francesco Pantaleone.

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