L'Amat dice addio a metà delle zone blu, le aree per la sosta a pagamento. L'azienda dei trasporti pubblici di Palermo non dovrà più amministrarle a partire dal primo gennaio del 2023. Una rivoluzione nell'economia della gestione dei servizi pubblici comunali. Nelle intenzioni il nuovo corso amministrativo tende a eliminare alcuni elementi di frequente crisi nei rapporti fra la partecipata e Palazzo delle Aquile. E cioè l'antico contenzioso, ad esempio, sul pagamento della Tari e dell'occupazione di suolo pubblico relativamente agli stalli. Braccio di ferro finito frequentemente davanti alla giustizia amministrativa, sempre più spesso comunque a favore della società di via Roccazzo, che sostanzialmente ha dimostrato l'antieconomicità del servizio da cui riesce a ricavare annualmente 3 milioni di euro e ne dovrebbe versare per tasse dieci volte tanto.
In particolare, l'indicazione è contenuta in una delibera a firma dell'assessore alla Mobilità, Maurizio Carta, approvata dalla giunta e che indica una serie di elementi e di attività che l'azienda di trasporti urbani dovrà mettere in campo per attuare il piano di risanamento e di efficientamento. La giunta indica ad Amat di redigere un conseguente piano di miglioramento dei servizi erogati alla collettività cittadina, sotto un profilo di efficacia, efficienza, sicurezza e regolarità, con l’individuazione di obiettivi misurabili e certi come garantire una maggiore capillarità nei collegamenti tra il centro e le periferie urbane, aumento dei ricavi dai servizi prestati lottando, ad esempio, il fenomeno del portoghesismo. Proprio per agevolare il risanamento e tagliare zavorra alla partecipata la giunta come atto propedeutico al risanamento ha approvato il Piano della sosta tariffata, che entrerà in vigore dall'inizio del prossimo anno. E che prevede che metà dei 15 mila stalli attualmente a pagamento diventino sostanzialmente zone bianche, cioè libere, in attesa di verificare la possibilità di poterle affidare a un altro gestore. Sostanzialmente all'Amat resterebbero sotto controllo 7.890 stalli blu, concentrati soprattutto nelle zone centrali: nelle aree (A, B, C e D) comprese fra viale Lazio, piazza don Bosco , via Marchese di Villabianca, via Dante. Oltre che gli stalli stagionali di Sferracavallo e Mondello.
Il provvedimento di giunta prevede la possibilità di rimodulare tutti gli altri servizi in capo ad Amat. Dalla rimozione coatta delle macchine in divieto, a car e bike sharing fino al montaggio della segnaletica stradale. Parliamo di tutte quelle attività che l’azienda ha sempre voluto mollare proprio perché non solo non remunerative, ma gestite in perdita alcune volte. Per andare incontro alle esigenze di economicità della gestione l’analisi di questo tipo di attività sarà oggetto di successivo provvedimento in sede di rimodulazione del contratto di servizio. Agli uffici, infine, è stato chiesto di modificare e/o sopprimere tutte le clausole contrattuali che possano essere oggetto di contenziosi interpretativi, con riferimento, per esempio, alle norme contrattuali che riguardano Ztl, Tari ed altri tributi comunali per le quali il contenzioso spesso è finito davanti alla magistratura.
L’assessore Carta ha così commentato subito dopo la riunione in cui l’atto, assieme a un’altra ventina di delibere, è stato approvato: «È un provvedimento di sistema che rimette al centro dell’azione di governo la qualità del trasporto pubblico e, di conseguenza, la qualità della vita dei cittadini».
Parole di soddisfazione anche quelle del sindaco, Roberto Lagalla: «Abbiamo operato per consentire alla partecipata di uscire dalla perdurante crisi aziendale e per risolvere i contenziosi che la paralizzano, al fine di rendere un servizio efficiente, regolare, sicuro e capillare ai cittadini».
Prima di cantare definitivamente vittoria, però, si attende che il documento plani sulle scrivanie di via Roccazzo e venga valutato dai vertici di Amat per capire se effettivamente questa può essere l’avvio di una fase di rinascita del trasporto pubblico in città.
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