I familiari dell’architetto Angelo Onorato (in una foto d'archivio con la moglie Francesca Donato ritratti al teatro Massimo) sono convinti che sia stato assassinato, ma i primi accertamenti medico-legali sul corpo, gli esami della scientifica sull’auto in cui è stato rinvenuto il cadavere e dei filmati di due telecamere di videosorveglianza fanno propendere gli inquirenti per l’ipotesi del suicidio.
I misteri sulla fine dell’imprenditore edile palermitano di 54 anni, marito dell’europarlamentare Francesca Donato, non sono stati spazzati via e sulla sua fine restano ancora diverse zone d’ombra. Gli investigatori della squadra mobile, coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia e dall'aggiunto Ennio Petrigni, attendono l’esame dell’autopsia, che dovrebbe essere compiuta nelle prossime ore all’istituto di Medina legale del Policlinico, per dare impulso alle indagini e tracciare un quadro più nitido sulla triste vicenda, a stabilire se l’uomo sia stato strangolato o si sia tolto la vita usando la fascetta elettrica a mo’ di cappio. Una strada, quest’ultima, che parenti e amici ritengono inverosimile.
Angelo Onorato, proprietario di un negozio di arredi per la casa di viale Strasburgo e impegnato nella realizzazione di supermercati, negli ultimi mesi era preoccupato e temeva per la sua incolumità. I perché delle sue ansie sarebbero legati a faccende economiche, a debiti e crediti difficili da riscuotere dei quali ci sarebbe traccia in una lettera affidata a un avvocato tributarista, consegnata sabato sera alla polizia. Onorato avrebbe detto al legale di consegnarla alla moglie nel caso gli fosse accaduto qualcosa. Nel documento ci sarebbero anche indicazioni su alcuni personaggi con i quali il professionista potrebbe essere entrato in contrasto. Ma saranno gli approfondimenti investigativi a chiarirlo.
Il legale, così come la moglie e la figlia, sabato sera sono stati ascoltati dagli investigatori negli uffici della questura.
Ventiquattro ore dopo il ritrovamento del corpo di Onorato all’interno della Range Rover parcheggiata sul margine destro della bretella della circonvallazione, nella zona tra Cardillo e Tommaso Natale, gli inquirenti hanno fatto diversi passi in avanti. L’esame dei video registrati dalle due telecamere piazzate in un punto cieco della circonvallazione, dove era parcheggiato il suv con il corpo dell’architetto, ha fatto emergere che nessun mezzo si sarebbe fermato nei pressi dell’auto perché tutte le macchine «filmate» sono passate in un tempo incompatibile con una sosta. Né è stato ripreso alcun passante a piedi. Le circostanze avvalorerebbero la tesi del suicidio, tranne ipotizzare che il killer si sia allontanato arrampicandosi sul muro, alto almeno due metri, che delimita l’autostrada per evitare di essere ripreso. Ma c’è di più.
Gli accertamenti medico-legali escluderebbero segni di violenza compatibili con un’esecuzione. L’abitacolo dell’auto non appare danneggiato e, in caso di omicidio, il professionista, alto e in forma per via delle attività sportive praticate, avrebbe quantomeno provato a reagire, avrebbe dato calci violenti. A meno che non sia stato sedato o stordito con un taser.
L’architetto aveva i mocassini sfilati dai piedi. Sulla camicia una chiazza di sangue che sarebbe stata provocata dalla morte per asfissia provocata dalla fascetta. In attesa di chiarire i vari passaggi sulla fine di Angelo Onorato, personaggio di grande vitalità e dal carattere solare, i familiari continuano a sostenere la tesi dell’omicidio.
«Angelo è stato assassinato», ribadisce la moglie, esponente della Dc, che si è affidata all’avvocato Vincenzo Lo Re per seguire le indagini. «Esistono una serie di considerazioni oggettive e soggettive che inducono i familiari ad escludere che si sia trattato di un suicidio. Siamo convinti che la Procura arriverà alle stesse conclusioni», dichiara il legale. «Mio padre non si è suicidato, è stato ammazzato - afferma la figlia Carolina, di 21 anni -. Per come io stessa e mia madre lo abbiamo trovato vi dico che non è un suicidio ma un omicidio. Non era una persona che avrebbe mai lasciato la sua famiglia e soprattutto per come io stessa insieme a mia madre lo abbiamo trovato, vi dico che non è stato suicidio ma omicidio. Che nessuno osi dire o anche solo pensare che mio padre si sia suicidato».
Sono state le due donne a trovare il corpo, nel primo pomeriggio di sabato. Allarmate per il mancato rientro a casa, hanno attivato la modalità gps del telefonino e si sono messe alla sua ricerca. Scoprendo l’auto e il cadavere sul lato guida con la fascetta al collo e la cintura di sicurezza allacciata. Un parente della vittima ha raccontato che l’uomo aveva in programma un incontro a Capaci, «risolvere una questione con una persona di Capaci, spero in maniera bonaria». Non è chiaro se l’appuntamento ci sia stato. E resta da stabilire chi abbia incontrato nelle ultime ore della sua vita e quali siano le sue frequentazioni più recenti e i suoi affari. Sui business di Angelo Onorato sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. C’è da ricostruire la sua posizione economica, comprendere se le difficoltà finanziarie fossero reali e a che tipo di credito avesse fatto ricorso. Se fosse entrato in contrasto con qualcuno nel difficile mondo dell’edilizia, dove spesso gli imprenditori impegnati sia in opere pubbliche sia in lavori privati subiscono le pressioni della criminalità organizzata.
Da accertare anche se l’imprenditore negli ultimi tempo avesse stipulato polizze assicurative sulla vita. Si attende l’esito delle indagini per spazzare via il mistero sulla fine di Angelo Onorato.
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