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Strage di Altavilla, da Barreca nuove terribili accuse ai «fratelli di Dio»

La criminologa Roberta Bruzzone e il legale Giancarlo Barracato tornano nella villetta degli orrori

Giovanni Barreca accusa ancora Sabrina Fina e Massimo Carandente (foto qui sotto) per la strage di Altavilla Milicia in cui sono stati uccisi la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni. Il muratore avrebbe raccontato di essersi limitato a pregare durante il rito che avrebbe dovuto liberare la sua famiglia dal diavolo confermando che, con l’arrivo della coppia, la purificazione della casa sarebbe avvenuta con una modalità diversa, cioè con le torture. I ricordi starebbero riaffiorando ma lui avrebbe avvertito questo cambiamento: la sacerdotessa del male sarebbe stata Sabrina mentre il suo compagno l’avrebbe aiutata durante le violenze.

Lei avrebbe picchiato Antonella fino a ucciderla, poi il corpo sarebbe stato bruciato perché il funerale giusto, per chi era posseduto, doveva passare dal fuoco. E sempre lei avrebbe seviziato Emanuel per coprirlo alla fine con un lenzuolo bianco perché, da lì a poco, sarebbe risorto. Kevin, invece, si sarebbe ribellato, da qui la necessità di bloccarlo con le catene fino alla morte. Nel frattempo Carandente avrebbe parlato a lungo al telefono e scambiato messaggi con qualcuno - per la difesa il presunto suggeritore rimasto finora nell’ombra - che gli potrebbe avere fornito le indicazioni per seppellire il cadavere di Antonella nel giardino davanti alla casa.

È questa la versione che ha ripetuto nel carcere di Enna durante il colloquio di due ore con l’avvocato Giancarlo Barracato e la criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa nella valutazione della capacità di intendere e di volere dell’uomo. «L’infermità mentale è evidente, anche durante la nostra conversazione ha continuato a leggere alcuni versetti della Bibbia sostenendo che è stato portato a compimento il volere di Dio», ha detto Barracato che ha descritto il suo cliente ancora in preda al delirio mistico in cui è precipitato dopo il massacro.

Barreca avrebbe scagionato dai delitti la figlia diciassettenne, indagata per il triplice omicidio, pur riconoscendole «una particolare capacità nell’avvertire la presenza del demonio». Quest’ultima, davanti al procuratore dei minori, avrebbe puntato il dito contro i due «fratelli di Dio» rivelando che sarebbero stati loro ad accanirsi contro la mamma e i fratelli istigando sia lei che il padre. Nella loro ricostruzione, invece, Sabrina e Massimo avrebbero ammesso di aver frequentato la casa ma hanno scaricato le responsabilità di quanto è accaduto nei confronti dell’ex imbianchino e della ragazza. Saranno decisivi gli accertamenti tecnici sui tabulati e sulle celle dei telefonini, solo dopo saranno fissati gli interrogatori per mettere gli indagati di fronte alle prove raccolte che permetteranno di stabilire «chi ha fatto cosa». Intanto, questa mattina (17 aprile) Barracato e Bruzzone effettueranno un sopralluogo nella villetta di Altavilla (nella foto in alto), dove i Ris hanno fotografato e catalogato gli oggetti più importanti: questo ulteriore passaggio potrebbero essere utile ai difensori di Barreca per comprendere meglio il ruolo di ciascuno dei protagonisti della vicenda.

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