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Palermo, l’arresto di Mimmo Russo: contro l’esponente di FdI una decina di pentiti

«Tutto il Borgo Vecchio gli dava i voti, perché lui prometteva i posti di lavoro», racconta il collaboratore di giustizia Fabio Manno

L'ex consigliere comunale di Palermo di Fratelli d'Italia Mimmo Russo. arrestato dai Carabinieri con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, in una foto tratta dal suo profilo Facebook, Roma 9 aprile 2024 ANSA/ Facebook Mimmo Russo +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK

Sono una decina i pentiti che accusano Mimmo Russo, l’esponente di FdI arrestato oggi tra l’altro per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico mafioso. Dichiarazioni pesanti che vengono da ex mafiosi di diversi mandamenti palermitani: dallo Zen, dove Mimmo Russo avrebbe stretto un patto elettorale col boss Sandro Diele, al Borgo Vecchio dove l’ex consigliere comunale, secondo i collaboratori, vantava rapporti con Salvatore Cucuzza. I pentiti raccontano che Russo pagava a Cosa nostra le preferenze con denaro, buoni di benzina, posti di lavoro.

Di Russo parla ad esempio Fabio Manno: «Tutto il Borgo dava i voti a Mimmo Russo perché lui prometteva i posti di lavoro», racconta il pentito. E Salvatore Giordano dello Zen riferisce che il candidato si era offerto di pagare la festa del quartiere in cambio dell’appoggio elettorale, salvo poi tirarsi indietro lamentando che nessuno aveva sostenuto la sua candidata. «E un politico che fa avere posti di lavoro, promette posti di lavoro», ha spiegato Giordano.

E ancora Francesco Chiarello rivela che l’ex consigliere comunale metteva a disposizione dei mafiosi per l’affidamento in prova alternativo al carcere il suo Caf. Circostanza confermata dal pentito Antonino Siragusa, che della disponibilità del Caf di Russo ha approfittato, riuscendo a uscire dal carcere. «Lui dava un tot di soldi oppure di buoni benzina e loro li dividevano a qualche persone per fargli dare il voto», dice Siragusa di Russo.

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