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Altavilla, silenzio e lacrime alla camera ardente per Kevin ed Emanuel: «Erano due fratellini dolcissimi». IL VIDEO

Un trenino di legno sulla bara del bambino di cinque anni, cartelloni e disegni. Il dolore di chi li conosceva: «Il piccolo aveva fatto la recita di Natale con mia figlia, era contento»

Il silenzio è assordante, rotto soltanto dalla composta commozione dei familiari e degli amici di Antonella, Kevin ed Emmanuel. Intorno alle 12, le salme dei due ragazzi, vittime della carneficina della villetta degli orrori, sono giunte nel plesso Zucchetto, bene confiscato alla mafia ed oggi ufficio tecnico del Comune di Altavilla Milicia: li è stata allestita la camera ardente per permettere, a chiunque volesse, un ultimo saluto ai ragazzi. In tanti, anche dai paesi vicini, hanno portato fiori e stretto in un abbraccio la mamma di Antonella Salamone, Rosalia Licata, seduta accanto ai feretri dei nipotini. Sulla bara del piccolo Emmanuel qualcuno ha lasciato un trenino di legno, c'è anche una foto in cui il bambino gioca, sorridente, con dei colori. Vicino, pure alcuni cartelloni dedicati a lui e al fratello maggiore: «Kevin vive», si legge. E poi, tanti disegni.

«Inimmaginabile - ha sfogato una signora - mio nipote andava a scuola con Kevin alle medie, è molto triste. Ma non ha mai parlato con lui di questo problemi in casa». La folla si avvicenda intorno alle bare, posando fiori e bigliettini, stringendo il braccio di Rosalia e del marito Angelo Salamone. «Era buona, tranquilla, parlava sempre dei suoi figli - racconta altre due signore - ne parla benissimo, ne era innamorata. Mia figlia parlava sempre di Emmanuel, era un bambino dolcissimo. Aveva fatto la recita di natale, era felicissimo. Mia figlia diceva «Emmanuel è il mio fidanzatino» - continua accennando ad un sorriso amaro - non le abbiamo detto nulla. Le abbiamo raccontato che è partito con la famiglia per lavoro, che si trova in un'altra città. Cosa potevo dirle?». Sono davvero tanti quelli che hanno voluto dare l’ultimo saluto ai due fratelli. «Abbiamo tanta rabbia - dice un’amica della famiglia di Antonella Salamone la donna uccisa insieme ai suoi figli - Noi abbiamo figli e ai nostri figli ci teniamo. Noi vogliamo giustizia, ma di giustizia non ne vediamo».

Accanto ai familiari di Antonella e dei dure piccoli anche il sindaco di Altavilla Milicia, Pino Virga: «Più passano i giorni, più emergono dettagli sempre più cruenti. Il coinvolgimento della ragazza è un macigno sul cuore di tutti: la comunità è profondamente scossa ma è qui per testimoniare vicinanza e amore a questa famiglia». A dare il suo saluto anche il vescovo di Palermo Corrado Lorefice: «Il Dio della violenza, che potrebbe giustificare tanta efferatezza non corrisponde al volto di Dio di noi cristiani, diffidiamo tutti - ha detto -. C’è anche una fragilità mentale, segno che noi tutti occidentali abbiamo rinizaot al vero volto di Dio e altri rischiano di prendere il sopravvento.

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