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Raccolta differenziata, come e dove gettare gli oli esausti a Palermo

Importante il corretto smaltimento, perché altamente inquinante

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Tra i rifiuti da differenziare ci sono gli oli e i grassi commestibili, così come quelli non alimentari. A Palermo il regolamento prevede che debbano essere portati ai Centri comunali di raccolta attivi in città, da cui successivamente saranno destinati alle piattaforme autorizzate per il riciclo, operative a Carini (che sono, rispettivamente, la Ecologica Italiana srl e la Vincenzo Group srl).

Con la funzione di organizzare, controllare e monitorare la filiera degli oli e dei grassi (sia vegetali che animali) esausti, ai fini della tutela dell’ambiente è istituito il consorzio nazionale Conoe. Gli oli vegetali usati possono così essere recuperati in molteplici processi e applicazioni: come sorgente di energia rinnovabile in impianti di co-generazione, trasformati in biolubrificanti adatti all’utilizzo in macchine agricole o nautiche, nonché a prodotti per la cosmesi, saponi industriali, inchiostri, grassi per la concia, cere per auto.

Negli ultimi anni, il principale mercato di sbocco per il recupero di questo rifiuto ha riguardato l’utilizzo come materia per la produzione di biodiesel: un combustibile vegetale non tossico e completamente biodegradabile che può essere utilizzato come carburante per autotrazione in sostituzione o miscelazione di carburanti di origine fossile, riducendo il contributo di emissioni di anidride carbonica nel settore dei trasporti.

Nel sistema Conoe circa il 90% degli oli vegetali esausti viene avviato a produzione di biodiesel.  È importante sottolineare l’elevata pericolosità degli oli lubrificanti usati, che necessariamente devono essere trasformati da rifiuti a risorse, per non compromettere l’ecosistema.

Come evidenzia il Conou, Consorzio nazionale oli usati, si tratta di una tipologia di rifiuto chiaramente pericoloso, perché, se smaltito in modo scorretto o impiegato in maniera impropria, è altamente inquinante. Quando viene versato nei terreni, infatti, penetrando nel sottosuolo, l’olio avvelena la falda acquifera che fornisce l’acqua potabile e per l’irrigazione delle colture. Quando, invece, viene disperso in acqua, forma una pellicola impermeabile che priva di ossigeno e uccide ogni forma di vita. Inoltre, se bruciato impropriamente, immette nell’atmosfera sostanze inquinanti in grado di provocare intossicazioni e malattie.

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