Non aveva ancora compiuto 30 anni e nella famiglia di corso dei Mille veniva già considerata una figura di rilievo. Adesso Antonio Lo Nigro di anni ne ha 43 ed è un boss "maturo". È uno dei coinvolti nell'operazione di polizia e carabinieri nei confronti di 31 presunti boss e gregari del quartiere Brancaccio di Palermo.
Il suo nome finisce in cronaca il 13 marzo del 2009 quando i carabinieri di Bagheria lo arrestarono da latitante, la condanna a 6 anni e 8 mesi per mafia è di due anni più tardi. Arrestato più volte, il suo ambito di azione è la droga: "Oggi se arriva un carico di droga a Palermo - dice il collaboratore di giustizia, Filippo Bisconti -, arriva solo e soltanto se lo sa cosa nostra. Nella fattispecie
quelli che possono comprare grossi quantitativi di droga non sono in tanti, uno di questi è Tonino Lo Nigro".
Il narcotrafficante è anche in collegamento con la 'ndrangheta, non sorprenderà, infatti, che fra gli arrestati di oggi ci siano due calabresi, della provincia di Reggio, Giuseppe e Pietro Parisi.
Anche un altro pentito, Vito Galatolo, parla di Lo Nigro come figura di spicco: "Questo è un ragazzo che tutti aspettavano che quando uscisse si prendeva di nuovo tutte cose nelle mani lui, corso dei Mille.
Quando è stato arrestato l'ultima volta, nel maggio 2018, Lo Nigro era ricercato in tutta Europa e fu fermato a Cassino: stava viaggiando sull'autostrada A1 a bordo di un'utilitaria e in compagnia di altre tre persone. Nel 2011 la quarta sezione del tribunale di Palermo lo condannò a 13 anni nel processo Cerbero, che lo vedeva imputato per i reati di associazione mafiosa ed estorsione.
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