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La retata di Palermo, i giudici: «I mafiosi usano le parole “sbirro” e “carabiniere” per offendere»

Nel fermo immagine, dal video diffuso da polizia e carabinieri, una delle intercettazioni dell'inchiesta

Nell'ordinanza con le 31 misure cautelari applicate oggi a Palermo viene ricordato un episodio emerso già tre anni fa. Il giudice stigmatizza la subcultura mafiosa, sottolineando che «non ci si può esimere dal rimarcare che costituisce plastica dimostrazione di come la scelta di vita degli indagati sia fondata, già in termini culturali e ideali, proprio su un principio di contrapposizione ai fondamenti della libertà democratica e al rispetto delle regole, il reiterato utilizzo delle parole “sbirro o carabiniere” quali vere e proprie offese che si ritrova in più conversazioni intercettate». Il gip richiama una intercettazione di un boss, Maurizio Di Fede, fra gli arrestati odierni, già venuta fuori anni fa: nel maggio del 2019, durante i preparativi per il ricordo della strage di Capaci e via D’Amelio, bacchettava il familiare di un coindagato perché voleva far partecipare la figlia alle iniziative scolastiche organizzate per commemorare i giudici Falcone e Borsellino.

«È per la verità ancora più sconcertante, il fatto che la formazione mafiosa - dice il gip - non abbia risparmiato nemmeno una bambina in tenera età che, dopo lunga preparazione, si accingeva a partecipare a una iniziativa scolastica in memoria dei rimpianti giudici Borsellino e Falcone».

Il traffico di stupefacenti rappresenta una importante voce di arricchimento illecito per il mandamento di Brancaccio, secondo quanto emerge dal blitz nel mandamento di Brancaccio. Dal complesso delle attività, infatti, è stato possibile quantificare gli introiti derivanti dalle «sei piazze di spaccio dello Sperone», con un ricavo presunto di circa 80.000 euro settimanali, e di accertare la provenienza di parte dello stupefacente a opera di due calabresi, Giuseppe e Pietro Parisi, anch'essi fra gli arrestati. In tale ambito sono stati eseguiti, in più occasioni e a titolo di riscontro, 16 arresti in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente e sequestrati circa 80 Kg di droga tra cocaina, purissima ancora da tagliare, hashish e marijuana per un valore sul mercato di oltre 8 milioni di euro.

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