La necessità di non compromettere i cospicui introiti garantiti dal traffico di stupefacenti su larga scala ha evitato l’esacerbazione dei contrasti tra i vari gruppi per la gestione territoriale dei flussi di traffico.
Da questa esigenza la definizione di un precario equilibrio caratterizzato da una "costante fibrillazione a media intensità" che si è manifestata con numerosi danneggiamenti, spedizioni "punitive" ed atti incendiari riconducibili all’uno o all’altro sodalizio criminale, sempre in procinto di portare lo scontro ad un livello superiore.
È quanto emerge dall’operazione contro i mandamenti di Partinico di carabinieri e Dia che ha condotto a 85 misure cautelari. Al riguardo, come evidenziato dal gip. Nell’ordinanza cautelare, è emersa "l'immagine di una vera e assai allarmante balcanizzazione degli scenari criminali partinicesi" che consente di "presagire futuribili scenari di nuove e forse imminenti guerre di mafia nella provincia palermitana storicamente nota come tra le più attive nell’ambito criminale del traffico di stupefacenti".
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