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Inchiesta Ast, Fiduccia sapeva di essere intercettato: quando trovò la "cimice" nel suo ufficio

Gli occhi, e le orecchie, degli investigatori erano puntati sull'Ast. E qualcuno all'interno lo aveva capito chiaramente. È uno dei particolari che emerge dall'inchiesta che questa mattina ha portato agli arresti domiciliai per il direttore generale dell'Azienda trasporti della Regione Siciliana, Andrea Ugo Enrico Fiduccia, indagato per corruzione e truffa.

L'operazione "Gomme lisce" parte nel 2019 e negli uffici dell'Ast, compreso quello del direttore, furono piazzate  delle cimici per intercettare i dialoghi fra gli indagati e scoprire se ci fosse qualcosa di illegale: sospetto che, fino a questo momento, sembrerebbe confermato.

Poi Fiduccia cominciò ad avere dei sospetti, soprattutto dopo le prime perquisizioni e i primi interrogatori dei mesi scorsi nei confronti di alcuni vertici aziendali: era certo di essere intercettato. Tanto che alcune volte, quando doveva affrontare temi delicati, pare lasciasse la sua stanza spostandosi altrove e lasciando sulla scrivania il proprio cellulare e quello dell'interlocutore.

E così nell'ottobre del 2020, come documentato in queste immagini, il direttore generale dell'Ast entra in azione: sale su una sedia e inizia ad armeggiare fino a quando riesce a scovare e rimuovere una telecamera nascosta dalla Finanza.

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