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Il ritorno in trasferta, Francesco e il sogno Serie B per il Palermo

Da un anno non andava in trasferta, ma ha scelto il momento giusto per tornare. Francesco Safina, tifoso palermitano doc, è tornato a spingere i propri beniamini proprio a Padova, nell'andata della finale playoff.

"Quando si è lontani dalla squadra è sempre brutto - racconta il supporter del Palermo - pesante, non potere fare la trasferta. Ma non è soltanto il momento dentro allo stadio che si vive. Tifare significa anche condividere momenti con gli amici fuori dall'impianto. Magari per bere una birra insieme e rivedersi. Per un vero tifoso del Palermo la trasferta comincia prima del fischio d'inizio".

Il suo passato però è pieno di emozioni, nonostante l'anno sabbatico: "Nell'anno della Serie D ne abbiamo fatte tante trasferte, anche negli anni di Zamparini. Ci facevamo tutte le trasferte che si potevano fare". Un tifoso pieno di passione, presente fin dalle radici del progetto Mirri. E lui, in quella prima partita della nuova era, a Marsala, c'era. Era la prima giornata del campionato di Serie D: "La trasferta più pazza è stata quella di Marsala, la ricordo con estremo piacere. La prima della D è stata la più bella. Lasciavamo un ambiente distrutto: Zamparini, cinesi, inglesi e chi più ne ha più ne metta. Fino a quando poi con l'entrata della nuova società si è vista tutta quella gente prendere auto, pullman e riempire il settore ospiti dello stadio. Oltretutto con i marsalesi c'è pure un ottimo rapporto. È stato bello vedere qualche striscione dei tifosi di casa che elogiava il Palermo. Questa trasferta è quella che mi ha lasciato più di tutte un bel ricordo. È stata pazza ma anche perfetta".

Informatore medico, 47 anni, "malato" di Palermo. Fossero tutte così le malattie. Francesco Safina è stato in tutte le trasferte della Serie D e adesso sogna la Serie B dopo 3 anni di inferno. Il tifoso racconta la magnifica trasferta di Padova e quel gemellaggio che dura da 40 anni: "Quella in Veneto è una festa, perché con i padovani c'è un gemellaggio storico, che dura da 40 anni. Tu lo vivi proprio. È l'unica trasferta in cui puoi camminare sereno con la tua maglietta e la tua sciarpa rosanero. I padovani organizzano una vera e propria festa con birra e cori. Loro cantano i cori del Palermo e noi quelli del Padova; per chi non l'ha mai vissuta è difficile da spiegare. E anche dentro lo stadio si respira questa atmosfera".

C'è stata anche tanta sofferenza: "È stato pesante, ho visto due ottime squadre, entrambe hanno avuto tante occasioni. Quel gol salvato da Marconi è stato incredibile. È difficile stabilire se fosse gol o meno, il Var in campo e bello ma per chi lo deve subire sono momenti tragici. Qualche uscita di Massolo ci ha fatto spaventare, però è stato anche bravo a parare quel tiro nel secondo tempo. Abbiamo vissuto la finale come era giusto viverla, con tensione ed euforia".

Voli cancellati, nottate in aeroporto, imprevisti. Tutto per amore di due colori, il rosa e il nero: "Abbiamo dormito a Malpensa come i barboni - ha scherzato Safina - e alcuni voli sono stati pure cancellati, non il mio per fortuna. Ma alcuni miei amici hanno dovuto prendere un volo per Catania la mattina seguente e da Catania raggiungere Palermo con il pullman. È stata una sfacchinata, ma sono di quelle che ti piace fare".

E ora un sogno nel cassetto: la Serie B. "Non mi aspettavo che saremmo arrivati fino a qui. Io ho sempre visto un gioco di qualità ma a questa squadra mancava qualcosa nella testa. Il merito lo dò a Baldini soprattutto, lui ha cambiato la testa a questi ragazzi. Gli allenatori che abbiamo avuto fino ad ora avevano fatto bene ma non abbastanza. Ce la giocheremo ad armi pari, lo stadio influirà positivamente. Sono ottimista che saliremo in B, se me lo avessero chiesto mesi fa avrei detto sicuramente no. Al Barbera ci sarò, ho già fatto il biglietto con la prelazione degli abbonati".

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