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Palermo, la movida incontrollata preoccupa il Consiglio comunale ma il regolamento è ancora fermo

Chi sta all'opposizione punta l'indice sulla maggioranza e in particolare su Fratelli d'Italia: «Hanno bloccato la discussione sulle norme per controllare il divertimento e ora sono tornati sui loro passi»

La polizia controlla i luoghi della movida, a Palermo

Ieri mattina, 11 dicembre, in Consiglio comunale, a Palermo, l’apertura è stata dedicata ai fatti di via Isidoro La Lumia. Monologhi, interventi appassionati, proposte. Ma ancora una volta la delibera sul regolamento della movida rimane ferma. Il punto prelevato riguarda il progetto per la riqualificazione del porto della Bandita, uno dei tre progetti di intervento nella costa sud con fondi del Pnrr, che pare debba essere licenziato entro dopodomani (14 dicembre), altrimenti non ci sarebbero più i tempi per mandarlo in gara entro la fine dell’anno.

«Se da un lato è opportuno procedere ad un’accurata e non estemporanea definizione delle regole - ha spiegato Germana Canzoneri, meloniana -, dall’altro sappiamo che questo non basta né si può pensare di scaricare sugli esercenti il controllo del territorio». Secondo Antonio Rini, presidente di Fratelli d’Italia della commissione Urbanistica, quello che è accaduto «è il segno di un degrado sociale e morale totalmente inaccettabili. Ogni giorno raccolgo la disperazione di residenti esausti, scoraggiati e sconfortati. Tante le buone intenzioni, ma pochi atti concreti per invertire la rotta». Ma Carmelo Miceli, del gruppo Misto, punta il dito proprio sui meloniani: «Mi fa piacere che dopo avere bloccato la discussione sul regolamento della movida siano tornati sui loro passi». Teresa Piccione, del Pd «invita a studiare bene come evitare che la restrizione in alcune zone non si trasformi in una iperconcentrazione in altri posti». Per Giuseppe Miceli (M5S) «serve un programma di interventi, il regolamento viene dopo». Per Ottavio Zacco il punto vero è la mancanza di centri e punti di riferimento per i ragazzi, un problema che ci interroga tutti». E per Giulia Argiroffi (Oso) «la politica fa la figura di chi mostra di non sapere dare risposte».

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