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Comunali a Palermo, Faraone tiene il timone al centro: nasce la lista Riformisti e Popolari

Il candidato sindaco di Italia Viva parla di «una casa comune per tutti coloro che vogliono lavorare per fare ripartire la città». Prime manifestazioni di interesse da Noi di centro-Mastella e dal Psi

Davide Faraone ha presentato la lista Riformisti e Popolari

«Una lista plurale e aperta che unirà le forze riformiste, popolari e civiche»: Davide Faraone, presidente dei senatori del gruppo Italia Viva-Psi, porta avanti la propria candidatura a sindaco di Palermo, ma intanto presenta la lista, attento a non schierarsi apertamente né col centrodestra né col centrosinistra, provando dunque a tenere i giochi aperti su più tavoli.  Non a caso apre le porte di «una casa comune per tutti coloro che vogliono lavorare con serietà e competenza per una Palermo che riparte, dal centro alle periferie. Nasce la lista dei Riformisti e Popolari ed è una delle due a cui stiamo lavorando».

La lista, aggiunge in forma enfatica, «si chiama “Riformisti e Popolari-Lavoriamo per Palermo” e accoglierà tutte le anime del riformismo liberale, popolare, socialista e autonomista che stanno lavorando insieme a un grande progetto per Palermo. Un laboratorio - continua Faraone - che contiamo di ripetere con successo anche nei successivi appuntamenti elettorali. Sarà una grande casa con esponenti del mondo politico, delle professioni e della società civile». Italia Viva pensa a un fronte ampio. «Ripetere il “modello Draghi” a Palermo - dichiara Faraone - sarà il nostro obiettivo, servono un campo molto largo, autorevolezza, pragmatismo e discontinuità per salvare Palermo dal dissesto e dal degrado. Lavoreremo con grande determinazione per ottenere i risultati che la nostra città merita».

L’annuncio di Faraone desta l’interesse della nuova formazione politica di Clemente Mastella, che già subito dopo la sua nascita aveva guardato con attenzione alla candidatura del delfino di Renzi. «L'iniziativa di Faraone - dice in una nota Giovanni Di Trapani, segretario regionale di Noi di Centro-Mastella - di presentare due liste “aperte” e rivolte, quindi, ai variegati mondi di cui si compone la società palermitana non può che vedere me, e il partito che in Sicilia rappresento, interessati al fine di una imminente oltreché proficua collaborazione. Ho sentito spesso Davide in questi giorni e ritengo che la sua presenza in campo sia ineludibile nelle prossime consultazioni per l’elezione del sindaco di Palermo».

Anche a Roma il profilo Faraone viene guardato con attenzione. «Ne ho ragionato anche con il leader del mio partito, Clemente Mastella che, proprio giorno 5, alla nostra convention romana, ha fatto una sostanziale apertura anche al partito di Renzi, nell’ottica di una futura federazione tra alcuni partiti centristi», conclude Di Trapani.

Anche i socialisti aprono all’ex segretario regionale del Pd. «A seguito dell’annuncio fatto da Davide Faraone, anche il Psi di Palermo si dichiara soddisfatto del progetto nato in comune con Italia Viva in vista delle prossime elezioni comunali», dichiara Roberto Sajeva, commissario provinciale del Psi. «Questa lista - continua Sajeva - che integra ed espande il progetto della lista "Riformisti" con cui il Psi è solito presentarsi alle Amministrative di Palermo, è finalizzata ad accogliere tutte le anime del riformismo socialista, liberale, popolare e autonomista. Un’area trasversale, che può rappresentare un valore aggiunto per la città. Il Psi palermitano affronterà le amministrative a partire dal modello Draghi, cercando però di solidificarlo, estromettendo le aree populiste e sovraniste che hanno appestato il bipolarismo coatto degli ultimi quindici anni. La lista "Riformisti e Popolari" è per il Psi una proposta concreta anche per la sinistra palermitana». Ma «oltre a partecipare alla scrittura di un programma concreto per la città - conclude Sajeva - i socialisti tengono a sottolineare che, per riaffermare la sfida della "Primavera di Palermo", alla lotta contro Cosa Nostra non sia più rimandabile una linea anticorporativa delle forze politiche, ovvero contro tutti quei monopoli di interesse (anche legali o quasi) che strangolano l'innovazione, l’espansione e l’accesso al lavoro. Oltre a costituire clientele mortificanti».

 

 

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