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Palermo, il Comune non eroga il contributo al Teatro Massimo: nuova emergenza

Dopo due anni di pandemia e di rimodulazione in sicurezza di tutte le attività, la Fondazione Teatro Massimo si trova a fare i conti con «una nuova situazione di emergenza». La mancata erogazione del contributo comunale del 2021 e l’incertezza su quello del 2022 mettono a rischio la vita del Teatro, i lavoratori e la programmazione.

Il sovrintendente Marco Betta ha presentato al Consiglio di indirizzo e successivamente alle organizzazioni sindacali le prime misure di contenimento dei costi. Una condizione, quella del mancato trasferimento delle risorse comunali, condivisa e già denunciata recentemente dal Biondo, lo Stabile della città e rappresenta una ulteriore conferma delle difficoltà finanziarie dell’amministrazione di Palazzo delle Aquile. Al Teatro Massimo sono state già avviate rimodulazioni della programmazione nell’ambito di una necessaria riduzione delle spese complessive della Fondazione. Nonostante tutto, grazie alla solidità economica della Fondazione e all’equilibrio di bilancio per otto anni consecutivi, si potrà chiudere in pareggio il 2021. «Confido nella collaborazione dei lavoratori del teatro, ma anche in quella degli amministratori di questa città e del Paese - dice Marco Betta - il Teatro Massimo è un grande patrimonio della comunità, custodisce una parte fondamentale dell’identità culturale e artistica del nostro paese che va difesa da tutti, ancor di più in un momento come questo».

E intanto scoppia la guerra con la Fials-Cisal di Palermo che ha denunciato la fondazione Teatro Massimo con ricorso ex articolo 28 per plurime violazioni dei diritti sindacali ed individuali nel periodo compreso tra il 2018 ed il 2021. «La Fondazione ha assunto condotte assolutamente discriminatorie nei confronti della nostra organizzazione sindacale e nei confronti dei nostri iscritti - dice Antonio Barbagallo, segretario della Fials di Palermo - tra le violazioni contestate c’è il reiterato mancato invito ai tavoli delle trattative, la mancanza di comunicazioni preventive e la negazione di evidenti diritti acquisiti di alcuni iscritti o simpatizzanti, condotte queste, volte a incidere profondamente l’azione sindacale». La Fials-Cisal precisa che «tali condotte sono avvenute durante la gestione che si è conclusa nel dicembre scorso e che l’attuale neo sovrintendente, Marco Betta, risulta essere estraneo ai fatti contestati in sede di giudizio».

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