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L'ingegnere del cantiere che varò il Bayesian: «Bastavano 15 minuti per salvarsi, commessi errori»

Secondo l'esperto sarebbero tante le concause del naufragio: dalle mancate chiusure dello scafo ai motori spenti, fino alle persone presenti ancora in cabina

«Lo yatch Bayesian è molto probabilmente affondato per un errore umano, un atteggiamento poco idoneo ad affrontare l’eventuale arrivo di una perturbazione». È l’analisi di un esperto del settore, un ingegnere della Italian Sea Group, la società proprietaria di Perini Navi, il gruppo viareggino di cantieri che nel 2008 varò il Bayesian, il veliero affondato a mezzo miglio da Porticello.

Secondo l’esperto, che da anni lavora nel settore e che parla a titolo personale e preferisce rimanere anonimo, sarebbero diversi gli errori che potrebbero essere stati commessi: dalle mancate chiusure dello scafo ai motori spenti, fino alle persone presenti ancora in cabina.

«Tra i protocolli di sicurezza basilari - spiega l’ingegnere - c’è quello di avere sempre una persona di guardia che controlla gli avvisi di burrasca, anche con la barca ferma in rada. Inoltre, anche con la tromba d’aria in arrivo, c’era tutto il tempo per salvarsi, sarebbero bastati quindici minuti per attivare tutte le misure di sicurezza».

Quell'albero era l'orgoglio del cantiere di Viareggio

Mi chiedevo come avesse potuto rompersi un albero così e infatti poi ho letto che non si è spezzato come era stato detto invece in un primo momento. Eravamo orgogliosi di quell’albero, lo vedevamo crescere giorno per giorno: il più alto in alluminio al mondo». Così Riccardo Martinelli, oggi 75 anni, ex operaio di quinto livello alla Perini navi di Viareggio dove vive a Torre del lago ed ex delegato per la Fiom nel cantiere nautico toscano, ricorda la costruzione dell’albero del Bayesian, il veliero affondato due giorni fa nella rada di di Porticello, vicino a Palermo, dopo una tromba d’aria. Fu uno dei dipendenti, racconta, che realizzò la struttura in alluminio.

Aperta anche un'inchiesta amministrativa

Intanto è stata aperta, come in ogni sinistro in mare, un’inchiesta amministrativa per accertare il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dalle leggi della navigazione. I militari della guardia costiera vaglieranno ogni aspetto relativo al rispetto al codice della navigazione e alle dotazioni di sicurezza dell’imbarcazione.

L’inchiesta penale e quella amministrativa vanno in parallelo. La titolarità dell’inchiesta amministrativa è della Direzione marittima di Palermo come articolazione del ministero dei trasporti.

 

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