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La strage di Casteldaccia: i due imprenditori tra silenzi, misteri e uffici fantasma

Di Salvo si trovava negli Stati Uniti per un matrimonio al momento dell'incidente ed è indagato per omicidio colposo plurimo. La Tek aveva vinto la gara e subappaltato alla Quadrifoglio: nelle sedi una famiglia ignara e un garage

Palermo.Incidente sul lavoro a Casteldaccia,morti 5 operai. .Ph.Alessandro Fucarini.

I telefoni squillano, le bocche restano chiuse. I titolari delle due imprese finite nell’occhio del ciclone per la strage di via Nazionale a Casteldaccia si tengono lontani dai microfoni. Da una parte Giovanni Anselmo, amministratore unico della Tek Infrastrutture srl di San Cipirello, dall’altra Nicolò Di Salvo, proprietario della Quadrifoglio group srl di Partinico, ora indagato. La sede legale dell’azienda sancipirellese risulta essere un garage malandato la cui saracinesca è abbassata. Il Tg1 va in via Di Marco 4, che dal sito ufficiale dell’azienda risulta la sede legale: c’è una famiglia ignara, che non sa cosa sia la Tek. Altri residenti negano di sapere che in quella strada ci fossero gli uffici di un’impresa. Il suo amministratore, Giovanni Anselmo, si limita solo a dire: «Non sono interessato, non posso rilasciare alcuna dichiarazione. Non voglio essere scortese ma davvero non ho nulla da dirvi».

Di Salvo invece non risponde al telefono: nemmeno dopo che in serata si diffonde la notizia dell’indagine aperta su di lui per omicidio colposo plurimo. Resta sequestrata la sua azienda, che invece è ben visibile: in via Milano a Partinico, la sede legale, una palazzina con tutti i suoi uffici.

Un servizio completo di Michele Giuliano sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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