Ancora finestrini spaccati, ancora automobili vandalizzate nel centro storico di Palermo. Questa notte (fra il 24 e il 25 marzo) in via Fiume mandati in frantumi i vetri di una Jeep: l’ennesimo episodio, che costerà centinaia di euro al titolare del veicolo. I cocci del finestrino hanno invaso la strada e l’abitacolo, ben rovistato dall’autore del gesto. Come spesso accade, nulla è stato davvero toccato. A commettere questi atti di vandalismo sono infatti i tossicodipendenti che gravitano nella zona di Ballaró, che per racimolare i pochi euro per avere acceso alle dosi di crack, sperano di raccogliere le monete abbandonate.
Le incursioni hanno in alternativa come obiettivo anche quello di racimolare, nel peggiore dei casi, qualche oggetto da rivendere. Con la finalità poi di impiegare il ricavato per acquistare dai pusher di Ballarò.
«Siamo allo stremo - lamentano tanti residenti - lo ripetiamo da mesi, non possiamo andare avanti così. È un peso economico non indifferente, ciclicamente siamo costretti a mettere mano al portafoglio». Nella zona di via Torino, via Pavia e via Triste, strade tra le più colpite dal fenomeno insieme alla via fiume, da qualche tempo serpeggia l’idea di affidarsi alla sicurezza privata.
«Sono oramai anni che che questa situazione va avanti - attacca Antonio Nicolao, vice presidente della Prima Circoscrizione - e non ci sono vere iniziative come l'aumento della prevenzione da parte delle forze dell'ordine. A questo punto, nella prossima riunione del gruppo uniti per il quartiere, considerato che lo Stato non riesce ad assicurare la sicurezza chiesta e denunciata, proporrò di valutare la possibilità di una prevenzione svolta da privati».
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