Ancora un tentativo di furto a Palermo. Oggetto dei desideri di cinque malviventi questa volta la gioielleria Cipolla di via Giovanni Meli, angolo vicolo San Domenico.
Il gruppetto è arrivato davanti le saracinesche dell’attività intorno alle 15 di questo pomeriggio - orario insolito considerato il flusso di turisti e palermitani che transita a quell’ora nel centro storico della città - a bordo di una automobile grigia. Armati di felpe, passamontagna e cappucci, sono scesi dalla vettura e hanno iniziato a forzare le serrature della gioielleria. Poi, una volta sollevata di circa 5 centimetri la saracinesca del negozio è scattato l’allarme che ha messo in fuga il gruppetto ben organizzato. Le immagini delle telecamere di sicurezza hanno ripreso gli attrezzi di cui la bada era dotata. Picconi, mazze e altri strumenti erano presenti nel portabagagli della vettura, aperto poco prima della fuga forse per ricorrere proprio ad uno di questi oggetti. Fortunatamente, l’attività non ha subito nessun danno rilevante, se non, appunto, alle serrature prontamente riparate.
La gioielleria non è nuova a questi tentativi. Già due anni fa il negozio era stato vittima di un furto con spaccata non andato in porto: in quell'occasione le vetrine avevano resistito a 72 colpi di mazza e i ladri, come avvenuto questo pomeriggio, non avevano potuto fare altro che darsi alla fuga a mani vuote.
«Abbiamo ricevuto la segnalazione intorno alle 15 - racconta Manuela Monaco, comproprietaria della gioielleria con il marito, Christian Cipolla - subito abbiamo visto che l’allarme si riferiva ai sensori legati alla saracinesca che una volta arrivati sul posto abbiamo trovato sollevata di circa 5 centimetri». Marito e moglie si sono precipitati in negozio e hanno allertato le forze dell’ordine che sono entrate in possesso delle immagini delle telecamere di video sorveglianza: «Dai video si assiste ad una scena assurda - prosegue Monaco - erano molto organizzati: in tre hanno fatto da pali mentre gli altri due armeggiavano con le serrature e la saracinesca. Ma ciò che più ci ha colpito è stato il contenuto del bagagliaio del mezzo. Era pieno di attrezzi, mazze, una cosa impressionante». E prosegue: «Noi abbiamo grande rispetto delle forze dell’ordine, fanno un grandissimo lavoro e purtroppo chi vive di queste cose è sembra essere in maggioranza. Noi, come tutti gli imprenditori, facciamo il possibile tra sistemi di allarme e abbonamenti alla sicurezza privata, ma ogni giorno è una piccola guerra. Si vive con la paura».
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