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Palermo, la spaccata in pieno giorno: nessuno ha visto, lo sfogo dei gioiellieri Cipolla

Il furto è fallito, ma i titolari del negozio denunciano «un clima di omertà e paura: qui era pieno di gente»

«A Palermo nel centro storico siamo accerchiati da insicurezza e omertà». La denuncia che suona come un grido di aiuto arriva dai titolari della gioielleria Cipolla di vicolo della Guardiola, a pochi passi da via Giovanni Meli e da piazza San Domenico. Lo scorso sabato il negozio ha subito un tentativo di furto (non andato a buon fine) in pieno giorno. Sono le 15.05 quando, come ripreso dalle telecamere di sicurezza del negozio, un’automobile grigia si piazza davanti alle saracinesche: dal mezzo scendono in 5, tutti rigorosamente incappucciati e con passamontagna, e cominciano a lavorare sulle serrature della gioielleria.

Poco prima le riprese avevano mostrato il passaggio di turisti e palermitani. E proprio da qui parte Manuela Monaco, comproprietaria dell’attività con il marito, Christian Cipolla: «L’orario durante il quale questa banda ha agito - sottolinea - lascia intendere il totale senso di impunità che queste persone sentono. Effettuare un tentativo di furto alle 15, quando tanta gente è in giro, è un messaggio orribile per tutti. Vuol dire facciamo quello che vogliamo».

Le immagini mostrano tutta la scena: un minuto prima dell’arrivo della vettura c’è un «palo» che passeggia nei paraggi e tiene sott’occhio la situazione. Poi l’arrivo del gruppetto di malviventi e la loro fuga allo scattare dell’allarme, quando - concluso il lavoro con le serrature - provano ad alzare la saracinesca. Nel mentre, le telecamere inquadrano anche gli strumenti contenuti nel mezzo a quattro ruote tra cui mazze, un piccone e svariate aste di ferro. Ma a colpire nell’animo gli imprenditori è una scena in particolare: le immagini mostrano un uomo, estraneo ai fatti, che lavorava nei pressi della gioielleria. «Stava dipingendo le pareti del negozio a fianco al nostro - spiega Monaco - e non appena ha capito cosa stesse succedendo si è allontanato, per poi essere raggiunto da uno dei cinque ed essere catechizzato. Noi lo stesso pomeriggio, una volta giunti in gioielleria, lo abbiamo incontrato e ci ha detto che non aveva visto nulla e non aveva nemmeno capito che l’allarme fosse del nostro negozio».

I due imprenditori dunque provano ad alzare la testa di fronte a un disagio crescente e che vede gli esercenti del centro storico sempre più al centro di attenzioni indesiderate. «Fino a che la condizione sarà questa - prosegue la titolare - non riusciremo mai a smantellare questa situazione, non riusciremo mai a essere sicuri. Nessuno di noi. Sicuramente le forze dell’ordine, che ringrazio sempre per il loro lavoro, devono essere più presenti sul territorio, ma dobbiamo cambiare la testa di questa città, questa cultura omertosa. Se non cambiamo questo non andremo mai da nessuna parte».

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