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Stupro di gruppo a Palermo, un indagato piange e chiede scusa: «Ho sbagliato»

Interrogati in tribunale tre dei sette giovani arrestati. Salvini: una legge per la castrazione chimica

Il cantiere, per la realizzazione del collettore fognario, dove il 7 luglio e stata stuprata la giovane

Davanti ai magistrati piangono e si disperano. Dicono di avere fatto «una cazzata», chiedono scusa e ammettono di essersi «rovinati la vita» ma ribadiscono la loro linea di difesa: «lei era consenziente». La violenza di gruppo che una ragazza di 19 anni ha denunciato di avere subito il 7 luglio scorso a Palermo, dopo una serata trascorsa tra i locali del mercato storico della Vucciria, continua a suscitare polemiche e dure prese di posizione.

Il vice premier Matteo Salvini annuncia che la Lega porterà avanti in Parlamento il disegno di legge sulla castrazione chimica chiedendo di calendarizzarlo in commissione per votarlo al più presto. «Se stupri una donna o un bambino hai evidentemente un problema, la condanna in carcere non basta, meriti di essere curato. Punto». Una presa di posizione per certi versi analoga alla ‘provocazionè lanciata dalla regista e drammaturga Emma Dante: «Sarebbe un grande rimedio, finalmente, evirare il maschio portatore di fallo fallace a scopo sanitario e ascetico...».

Gli interrogatori di tre dei sette giovani accusati dello stupro, svoltisi oggi, sono stati a tratti concitati: tutti hanno risposto alle domande del gip Marco Gaeta. Devono difendersi da accuse pesantissime e spiegare cosa avvenne quella notte nel cantiere del collettore fognario, al Foro Italico, dove la ragazza fu soccorsa da un’ambulanza. «Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia. Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla. Ma mi è stato detto che la ragazza era consenziente», ha raccontato in lacrime Christian Maronia che in alcuni video su Tik Tok, realizzati prima del suo arresto e pubblicati adesso, si lamenta perchè «tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici».

Anche gli altri due ragazzi - Samuele La Grassa e Elio Arnao - ribadiscono questa tesi. Nel corso dell’interrogatorio è emerso che Angelo Flores avrebbe mostrato un video. «Si vedeva che lei sarebbe stata disposta a questa esperienza - hanno sostenuto - Ad organizzare tutto è stato Flores». Davanti al gip hanno detto di avere compreso di avere commesso una cosa grave, ma per errore. «Nessuno di noi pensava si trattasse di una violenza», hanno sostenuto.

I sette arrestati erano ubriachi mentre si dirigevano nella zona del Foro Italico, così come la vittima che viene presa sotto braccio da due di loro mentre il branco la circonda, come si vede dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso la scena. Dopo avere abusato della ragazza, secondo l’accusa, i ragazzi sarebbero andati a mangiare in una rosticceria, rendendosi conto solo allora della gravità dell’accaduto.

Il racconto dei primi tre giovani, arrestati lo scorso 4 agosto, non ha convinto tuttavia ne' il gip ne' il tribunale del riesame. Dopo avere rigettato ieri i ricorsi di Angelo Flores e Gabriele Di Trapani, oggi i giudici hanno respinto anche la richiesta dei difensori di Cristian Barone, 19 anni, confermando l’arresto in carcere. Un settimo responsabile, minorenne, è stato scarcerato dal gip del tribunale per i minorenni e affidato a una comunità.

Intanto proseguono le indagini dei carabinieri alla ricerca di altri cellulari e video che riprenderebbero lo stupro. Dalle chat intercettate dagli investigatori è emerso che qualcun altro avrebbe filmato la violenza e poi nascosto i telefoni non appena si era diffusa la notizia dei primi arresti, avvenuti il 4 agosto.

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