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Il minore scarcerato dopo la violenza di gruppo a Palermo, il legale: «Va recuperato»

L'avvocato Pietro Capizzi: «Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo quella notte, da qui la decisione del gip di attenuare le esigenze cautelari»

Pietro Capizz

Il minorenne arrestato per la violenza di gruppo del 7 luglio scorso a Palermo ai danni di una ragazza di 19 anni, davanti al gip del tribunale per i minorenni Alessandra Puglisi avrebbe chiarito la sua posizione. «Ha raccontato per filo e per segno quello che è successo quella notte. E’ chiaro che ci sono molte cose che saranno oggetto di approfondimento e in questa fase non sia opportuno rivelare - dice l’avvocato Pietro Capizzi che assiste il giovane - Ci sono indagini e interrogatori in corso degli altri maggiorenni e al momento è preferibile non dire altro».

Un video trovato dai carabinieri in uno dei cellullari degli arrestati lascia pochi dubbi sulla presenza del ragazzo, che frattanto ha compiuto 18 anni, nel cantiere abbandonato del Foro Italico dove sarebbe avvenuto lo stupro a cui hanno preso parte sette giovani di età compresa fra i 18 e i 22 anni. La confessione ha portato alla scarcerazione dell’indagato, che adesso si trova in comunità.
La procuratrice per i minorenni Claudia Caramanna ha annunciato già la presentazione di un ricorso contro il provvedimento del gip, ritenendo che si tratta di fatti particolarmente gravi e dunque il giovane deve stare in carcere.

«In base al suo racconto - osserva l’avvocato Capizzi - ci sono i presupposti per un percorso di recupero da qui la decisione del gip di attenuare le esigenze cautelari alla luce del racconto fatto che il gip ha ritenuto credibile».

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