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Il bimbo di Palermo morto a Sharm, la preside e le maestre: "Siamo scossi, lo ricorderemo a scuola"

Tiziana Dino, preside della scuola frequentata dal piccolo Andrea

«Ancora non ci crediamo». Questo il sentimento generale degli insegnanti del piccolo Andrea Mirabile, il bambino palermitano di sei anni morto tragicamente a Sharm el Sheik per una sospetta intossicazione alimentare.

Andrea frequentava l’istituto comprensivo statale Vittorio Emanuele III, plesso Basile di Palermo, ed era alunno della prima D: «Abbiamo prontamente inviato un telegramma -  dice Tiziana Dino, preside dell’istituto -. Tutta la scuola è colpita da un dolore profondo, organizzeremo sicuramente qualcosa alla ripresa della scuola in ricordo di Andrea. Nel frattempo -  prosegue -, con molta discrezione, stiamo sentendo i parenti per capire come possiamo essere d’aiuto».

E conclude: «Il pensiero va anche al padre, ancora in condizioni precarie, e alla famiglia tutta, speriamo che possano rientrare il prima possibile».

«Siamo ancora tutti sotto shock - dice Nicoletta Coco, coordinatrice delle classi prime - era un bambino buonissimo, allegro, un bonaccione. Ancora non ci crediamo».

L’istituto soffre l’improvvisa mancanza di un suo tassello, che compone il puzzle della famiglia che la scuola rappresenta per alunni e insegnati: «La scuola diventa una seconda famiglia per tutti noi - dice con voce commossa Silvia Iudicello, coordinatrice della classe di Andrea, dove insegna matematica, scienze ed educazione fisica - non riavere Andrea con noi a settembre sarà durissima. Un bambino sempre allegro, tenero, dolce e molto giocherellone e profondamente educato. Non mi è mai capitato - prosegue - di rimproverarlo perché in piedi durante le ore di lezione o altro. Sapeva quando era il momento di giocare e quando di studiare».

Andrea era anche molto tenace: «Non si arrendeva mai - prosegue la maestra Iudicello - quando un esercizio non gli riusciva si concentrava fino a quando non superava le difficoltà». L'insegnante rivolge poi un pensiero alla famiglia: «Al momento siamo in contatto con gli zii per avere notizie e capire come poter essere utili. Gli siamo molto vicini, una famiglia che teneva allo studio e si vedeva. Quando Andrea si assentava in realtà rimaneva sempre al passo con i suoi compagni, studiava e faceva sempre tutti gli esercizi».

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