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Revoca della confisca di Casa Felicia a Cinisi, provvedimento sospeso fino al 10 maggio

Felicia e Peppino Impastato

L’esecutività del «provvedimento di revoca della confisca di Casa Felicia», prevista per il 29 aprile, giorno in cui gli ufficiali giudiziari avrebbero dovuto procedere al passaggio definitivo del bene a Leonardo Badalamenti, figlio di Gaetano, ex capo di cosa nostra», è stata «sospesa fino all’esito dell’udienza del prossimo 10 maggio». Lo rende noto il deputato siciliano del M5s Francesco D’Uva sottolineando che «la scelta del giudice è una buona notizia ed è un segnale che ribadisce l’attenzione che c’è sulla proprietà del bene e sulla sua gestione futura». «A tal proposito - aggiunge - confidiamo possa essere mantenuta dall’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. «Nelle scorse settimane - ricorda D’Uva - ho presentato un’interpellanza urgente alla Camera dei deputati, insieme ai colleghi Vittoria Casa e Davide Aiello, chiedendo che, in questa vicenda, tutte le istituzioni facciano fronte comune ed evidenziando come la restituzione dell’immobile alla famiglia Badalamenti rappresenti una sconfitta per tutti, oltre che un oltraggio alla memoria e alla storia di Peppino Impastato». «Da parte mia - conclude D’Uva - ribadisco tutta la vicinanza a Giovanni Impastato e il massimo impegno a seguire l’evoluzione di questa vicenda, confidando in una risoluzione che, nel rispetto del diritto, rispecchi l’interesse dello Stato e della comunità di Cinisi».

«È una bella notizia la sospensione del provvedimento di revoca della confisca del casolare di Cinisi affidato all’associazione “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato» - dicono il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il responsabile del dipartimento legalità della Cgil Palermo Dino Paternostro - Significa che diventa sempre più concreta la possibilità di scongiurare che un bene così evocativo torni nelle mani di Leonardo Badalamenti, figlio del boss mafioso don Tano».

«Adesso - concludono Paternostro e Ridulfo - bisogna che lo Stato mantenga la massima attenzione sulla vicenda, affinché si arrivi ad una sentenza che assegni definitivamente la proprietà del bene al comune di Cinisi». La Cgil aveva dichiarato stupore per il fatto che, per un errore nelle procedure, il prossimo 29 aprile si sarebbe dovuto restituire il bene. Il casolare, dopo un restauro costato 400 mila euro, è stato affidato dal Comune di Cinisi all’associazione «Casa Felicia», il nome della coraggiosa mamma di Peppino Impastato, e da tempo vi si svolgono tante iniziative socio-culturali. «Restituire il bene confiscato ai Badalamenti sarebbe un’assurdità, una sconfitta per chi si batte tutti i giorni per affermare legalità e giustizia - aggiungono Ridulfo e Paternostro - Ed per questo che la Cgil è al fianco di Giovanni Impastato, di Casa Felicia e del Comune di Cinisi, impegnati con i loro legali per evitare che ciò avvenga».

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