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Il casolare conteso a Cinisi, il legale di Badalamenti: «Affidato nonostante la sentenza»

Il casolare conteso

«La restituzione alla famiglia del boss mafioso Tano Badalamenti del casolare che era stato confiscato e assegnato all’associazione del fratello di Peppino Impastato, Giovanni, per crearvi un centro antimafia rivolto ai giovani, è una vergogna intollerabile». Lo afferma Mariella Maggio, segretaria della federazione palermitana di ArticoloUNO. «Non ci si può rassegnare - prosegue Mariella Maggio - a questa vittoria giudiziaria del degno figlio di Tano Badalamenti, Leonardo, ed è dovere delle istituzioni siciliane e nazionali trovare una soluzione che impedisca questo insulto alla memoria a 30 anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio e alla vigilia del 44° anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato». «Chiediamo - chiede la dirigente di Art1 - che il problema venga subito affrontato dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Palermo, per poi coinvolgere Regione siciliana e governo nazionale. Guai a dare anche solo l’impressione che si sia abbassata la guardia nella lotta alla mafia».

Il legale di Badalamenti: "Immobile affidato nonostante la sentenza"

«Il procedimento di revoca della confisca è antecedente all’accordo di collaborazione tra il comune di Cinisi e l’associazione Casa Memoria Felicia avvenuta il 28 gennaio 2021. La concessione quindi è avvenuta dopo il provvedimento giudiziario di restituzione dell’immobile». Lo precisa l’avvocato Christian Alessi che difende Leonardo Badalamenti, figlio del boss mafioso deceduto Tano, nella vicenda dell’immobile di contrada Uliveto di proprietà della famiglia Badalamenti finito per errore in un decreto di confisca, (e per questo restituito a Badalamenti dalla corte d’Assise di Palermo), e affidato dal sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo all’associazione Casa memoria Felicia e Peppino Impastato. Il legale, «per rettificare numerose inesattezze apparse sulla stampa» precisa che dopo la pubblicazione della sentenza della Corte nel luglio 2020 ha avviato il procedimento di rilascio dell’immobile perchè la Corte aveva ordinato «la restituzione del suddetto cespite immobiliare agli aventi diritto». Dalla querelle sono nate poi denunce reciproche tra Palazzolo e Badalamenti che aveva tentato di riprendersi l’immobile dopo aver ricevuto la sentenza, ora passata in giudicato, che stabiliva il rientro in possesso.

Il procedimento esecutivo per il rilascio dell'immobile è stato avviato

L’avvocato Alessi afferma che il procedimento esecutivo per il rilascio dell’immobile, è stato avviato con la notifica dell’ordinanza della Corte di Appello del 4 agosto 2021 all’avvocatura dello Stato. «In mancanza di rilascio spontaneo - dice il legale - ho notificato atto di precetto per il rilascio in data 10 dicembre 2021 e, poiché anche in questo caso gli occupanti non hanno rilasciato spontaneamente l’immobile, ho notificato il 4 febbraio scorso l’atto con cui si avvisava che Leonardo Badalamenti sarebbe stato immesso nel possesso dell’immobile tramite ufficiale giudiziario il 25 febbraio. Il giorno dell’accesso si provvedeva ad entrare nell’immobile con l’ufficiale giudiziario e con l’ausilio dei vigili urbani di Cinisi poiché il cancello di accesso principale risultava chiuso con una catena (qualche minuto prima dell’accesso era regolarmente aperto così come nei giorni precedenti). Si procedeva al sopralluogo e si rinviava l’accesso definitivo al 29 aprile al fine di individuare, di concerto con l’ufficio tecnico del Comune di Cinisi, «il confine tra il fabbricato oggetto dell’esecuzione e la restante parte dell’area confiscata» intimando alla «Casa Memoria Peppino Impastato occupante di liberare l’immobile de quo dei beni eventualmente di loro proprietà». Alessi conclude: «Il rinvio delle operazioni di restituzione dell’immobile è stato, quindi, effettuato al solo fine di liberare l’immobile e di recintare i confini e non certamente per irregolarità o fatti illeciti che non sussistono».

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