È stato messo un punto fermo all'inchiesta «Bad customs», letteralmente «cattive abitudini», sull'assenteismo nei Comuni di Castelbuono e Collesano. Il pm Annadomenica Gallucci ha firmato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che solitamente precede la richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti di 40 presunti «furbetti del cartellino».
Contestualmente sono state archiviate cinque posizioni: per i fatti di Castelbuono solamente quella dell'ausiliario del traffico Mario Salvo; per le vicende di Collesano il pubblico ministero ha ritenuto di non dover precedere nei confronti delle dipendenti comunali Maria Stella Blanda e Salvatrice La Duca, oltre che di Nicolina Mondia e Katia Maranto, rispettivamente madre e figlia dell'indagata Serafina Castellano.
Quest'ultime sono state assistite dall'avvocato Peppuccio Di Maggio che non nasconde la sua soddisfazione: «Erano completamente estranee ai fatti contestati, quindi è assolutamente opportuna questa archiviazione».
Ecco i nomi degli impiegati coinvolti
A Castelbuono gli indagati sono 25, tra di loro anche esterni che timbravano il badge per conto di qualche dipendente. Ecco i loro nomi: nella polizia municipale il comandante Salvatore Failla, la vice Anna Sferruzza, Pietro Sferruzza e Paola Sferruzza, l'ausiliare del traffico Antonella Allegra; nella biblioteca Antonietta Battaglia, Nunzietta Fiasconaro, Maria Vincenza Mazzola, Lucia Meli, Maria Lucia Puccia e il fratello Andrea (esterno); nella mensa Giovanna Battaglia, Anna Gentile, Rosalia Mancuso e Maria Rosaria Ventimiglia; nello staff del sindaco il capo di gabinetto Giuseppe Cuschera e Maria Cucco; nell'Ufficio tecnico il dirigente Santi Sottile e Paolo Barca; nel Museo civico Maria Di Garbo e Maria Mancuso; poi il messo comunale Antonio Corradino, l'addetto alla manutenzione Vincenzo Mazzola, l'addetta all'economato Giuseppina Palumbo, l'addetta all'Ufficio affari generali e protocollo Maria Raimondo.
A Collesano sono 15, a cominciare dai dipendenti comunali: il comandante della polizia municipale Giuseppe Di Carlo, il vice Virgilio Cannatella, Maria Antonia Signorello, Giuseppe Cirrito; seguono le impiegate del «Progetto donna» e delle Attività socialmente utili: Carmelina Capitummino, Serafina Castellana, Ignazia Dragotto, Vincenza Maranto, Mariapia Innamorato, Rosa Guzzio, Lucia Vittorino, Basilla Scianò, Anna Maria Dragotto, Lucia Scaffidi Muta e Graziella Blanda.
In questi giorni, intanto, la Procura regionale della Corte dei conti sta recapitando ai dipendenti indagati del Comune di Castelbuono la richiesta di risarcimenti per il danno erariale e di immagine. Si va dai 20 mila euro in giù a persona, per un totale di circa 200 mila euro. Gli indagati hanno 45 giorni di tempo per produrre memorie difensive o chiedere di essere interrogati.
Figli minorenni che timbravano il badge per le madri. Il comandante dei vigili urbani che andava in giro per i fatti suoi in orario di lavoro. Altri che facevano shopping al centro commerciale, piuttosto di stare in ufficio. E non potevano mancare le «quote rosa», donne che sulla carta erano impegnate in un apposito progetto di lavoro e invece andavano a casa a stendere i panni, oppure al supermercato a fare la spesa. O facevano le pulizie a domicilio.
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