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Duplice omicidio a Falsomiele, dubbi sulla mafia: si segue anche la pista della lite

Una delle vittime era genero di Giovanni Bontade. Una coppia interrogata dai pm

PALERMO. Si torna a sparare a Palermo. Due uomini sono stati assassinati per strada a Falsomiele, in pieno giorno. Una delle due vittime è Vincenzo Bontà, genero di Giovanni Bontade, fratello di Stefano, detto il principe di Villagrazia, trai perdenti della guerra coi corleonesi di Totò Riina. L'altra vittima Giuseppe Vela, bracciante che lavorava sui terreni che la vittima gestiva nella zona di Villagrazia, antico feudo del suocero che le misure di prevenzione non hanno mai sottratto al clan.

Ma la mafia non è l'unica pista che si segue.  "Seguiamo anche altre strade", dice il capo della Mobile di Palermo Rodolfo Ruperti. Una coppia di coniugi è stata ascoltata dai pm. Con loro Bontà avrebbe avuto delle liti per ragioni di vicinato legate ai loro terreni. Le due vittime, infatti, secondo gli investigatori avrebbero avuto un appuntamento con i killer. Sospettano, insomma, che due dovessero incontrare persone che conoscevano. Sarebbero scesi dall'auto su cui viaggiavano, che sarebbe stata parcheggiata e chiusa, e sarebbero stati colpiti a bruciapelo.


Bontà è sceso dall'auto. L'ha parcheggiata. E a bruciapelo è stato freddato, insieme all'amico a colpi di calibro 9. Al torace e poi alla nuca: un'esecuzione in perfetto stile mafioso. Vela ha fatto la stessa fine, i sicari, almeno due, non l'hanno risparmiato, nonostante l'obiettivo della spedizione non fosse lui.

L'agguato è avvenuto in via Falsomiele, dove la strada si fa stretta e le vie di fuga non ci sono. I killer probabilmente erano in moto. Attorno campagna, aranceti e qualche casa. Nessuno ha visto nulla. Gli inquirenti - le indagini sono condotte dalla polizia - non potrebbero contare, a quanto pare, nemmeno sugli "occhi" delle telecamere, assenti in quella zona.

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