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Falsomiele, la disperazione dei parenti delle vittime sul luogo del delitto

PALERMO. Probabilmente si è trovato al posto sbagliato al momento sbagliato, Giuseppe Vela, 53 anni, ucciso questa mattina in via Falsomiele insieme a Vincenzo Bontà. "Non ci credo che è mio zio, ancora non ci credo - dice un nipote dell'uomo arrivato sul luogo della tragedia -. Era una persona buona, amava la sua famiglia, oggi non doveva nemmeno lavorare perchè pioveva. Non sappiamo cosa sia successo". Giuseppe Vela abitava in via dell'Allodola ed era un tuttofare. Faceva il giardiniere, raccoglieva frutta, olive, quello che capitava.

«Adesso chi lo dice a Daniela e  alla tre bimbe? Come è possibile che quello a terra sia  Vincenzo. Non ci credo. Fatemi avvicinare voglio vederlo per  l'ultima volta». Un amico di Vincenzo Bontà arriva in via Falsomiele davanti ai nastri rossi e bianchi che delimitano la scena del duplice omicidio.   «Vincenzo è una persona buona. Non avrebbe fatto male a una  mosca. Si portava il marchio di avere sposato una Bontade, ma  lui a Falsomiele non frequentava e non voleva frequentare  alcuno» aggiunge commosso l'amico che chiede alla polizia di  potere andare a toccarlo e baciarlo per l'ultima volta.

«Lo avevo chiamato ieri dovevamo mangiare una pizza insieme.  Ci conosciamo da anni. Vincenzo Bontà ha provato a fare  l'imbianchino. Si occupava di animali. Terribile. Non ci credo  che sia lui ucciso per terra. Lui con queste cose non c'entra.  Glielo giuro è una persona buona», prosegue.   «Povero anche Giuseppe Vela - aggiunge - Lui fa il  giardiniere e il tagliaerba nella zona. Anche a me ha tagliato  l'erba nella mia campagna. A maggior ragione lui non c'entra  nulla in questa storia. È tutto terribile».

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