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Lino Banfi a Palermo: «Da bambino costruivo i paladini. E gridavano: "Attento che ti spezzo il capocollo!"»

L'attore pugliese racconta il rapporto con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, la bizona del film «L'allenatore nel pallone», il «grazie» di Mancini dopo la vittoria agli Europei

Lino Banfi

Lino Banfi è tra gli ospiti dello Sport film festival che chiude oggi - domenica 21 novembre - con il gala al Teatro Politeama di Palermo e la proclamazione dei film vincitori. Riceverà uno dei Paladini d’oro. «Il che - spiega prima di salire sull’aereo per Palermo - mi fa piacere anche perché questi pupazzi snodati esistono anche a Canossa in Puglia. Da bambino ne ho costruiti tre, Orlando, Rinaldo e Angelica. Facevo tutte le voci in spettacoli per far ridere gli altri bambini. Anche durante i bombardamenti della guerra. Alzavo la spada e gridavo: attento che ti spezzo il capocollo!».

Il premio Troisi

A Lino Banfi verrà consegnato anche il Premio Massimo Troisi di Marefestival Salina. «Attore dal talento straordinario, tra i più rappresentativi e iconici della commedia italiana, amatissimo dal grande pubblico, ha fatto ridere e riflettere interpretando più di 110 film», si legge nella motivazione del premio. La serata avrà inizio alle 21. È la 41esima edizione dello Sport film festival, la più antica rassegna cinematografica sportiva del mondo, oggi diretta da Roberto Oddo e presentata dalla giornalista Nadia La Malfa, e gemellata ormai da qualche anno con la kermesse di Salina. «Sono onorato di potere assegnare il riconoscimento in memoria dell’attore e regista napoletano Massimo Troisi al grande Lino Banfi - afferma il direttore artistico di Marefestival, Massimiliano Cavaleri -. Si tratta un talento unico, che ha segnato in modo significativo la storia del nostro cinema e della televisione, con innumerevoli interpretazioni e personaggi, oggi ancora attuali, brillanti, divertenti. Il profondo affetto del pubblico nei suoi confronti è il termometro del suo inimitabile carisma.

Il rapporto con Franco e Ciccio

Lino Banfi e Palermo, un rapporto che inizia con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. «A Roma, negli anni Sessanta, ero vicino di casa di Ciccio, ci vedevamo spesso e partecipavo ai loro film. Mi calavo con loro, e con tutti quelli che da Palermo venivano a Cinecittà a trovarli sperando di fare le comparse, nell’atmosfera del dialetto palermitano. A Palermo ricordo i funerali di Franco Franchi. Ero dietro il feretro abbracciato a Ciccio, la gente pensava fossi un familiare. Era l’anno delle stragi di Falcone e Borsellino. C’era tanta polizia in giro. Una vecchietta aveva abbassato la saracinesca in segno di lutto. Mi disse, grazie Linuzzo. Quante cose voleva dire quella frase…».

La vittoria degli azzurri

Banfi ha partecipato alla vittoria degli azzurri, non solo negli spot di uno degli sponsor principali. «È stata una botta di vita - racconta -. Tutto è iniziato quando ho voluto fare alla vigilia gli auguri ai ragazzi attraverso il capitano Chiellini, che è un mio ammiratore. Mi ha detto fai un video. Nel quale ho detto ai ragazzi di non usare il 5-5-5 e di fare lo Spinazzola Immobile. Non voleva dire che Spinazzola doveva star fermo ma fare un assist per il gol dell’attaccante. Se fosse successo doveva gridare porca putena nelle telecamere. Prima partita con la Turchia, è andata proprio così. Ho portato fortuna. Per l’11 luglio, il mio compleanno numero 85, mi hanno regalato la Coppa e Mancini mi ha ringraziato perché mi ha detto che ho portato allegria in squadra e tutti scherzavano in campo con le mie battute».

L'allenatore nel pallone

Oronzo Canà, il protagonista del film «L’allenatore nel pallone», è un mito del calcio, e alcune squadre usano oggi qualcosa di simile alla fantasiosa bizona che nel 1984 appariva una assurdità: 5 attaccanti e 5 difensori che avanzano e retrocedono. «Mi hanno preso sul serio, anche in politica. Negli ultimi anni tutti i governi sono una bizona. Il bello è che gli allenatori quando mi vedono, da Lippi a Mancini e Trapattoni, mi salutano ciao Mister. Io rispondo siete stati tutti miei allievi a Covercieno».

Lino Banfi e lo sport

Ma Lino Banfi ha mai praticato uno sport? «Sono uno dei pochi italiani che non sa nuotare, sciare o andare a cavallo. Ai tempi, quando facevo avanspettacolo, si vedevano pochi soldi, sono stato un campione da medaglia d’oro. Specialità? Salto del pasto».

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