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Il Palermo contro il Cittadella alla ricerca di punti, gioco e calore

Ultima sfida prima della sosta per le Nazionali. Dopo avere battuto il Brescia, per i rosa è obbligatorio vincere anche contro i veneti, ma serviranno più corsa e sostanza

Matteo Brunori contro il Brescia (foto di Tullio Puglia)

Palermo in cerca di punti per restare sulla scia di Parma e Venezia, Palermo in cerca di gioco, Palermo in cerca di calore e passione. La classifica è ancora molto buona, ma ci sentiamo di dire che qualcosa è cambiato nelle ultime tre settimane. E neppure il risicato successo sul Brescia di mercoledì ha riacceso la fiamma dell’entusiasmo. Chi ha visto la partita sa bene perché. Oggi contro il Cittadella (Stadio Barbera, calcio d'inizio alle 16.15) ci sarà tanta gente, dagli spalti arriverà la consueta spinta con striscioni e cori, ma il dubbio s’è insinuato nella testa dei fans anche più appassionati. Il dubbio che questa squadra, costruita senza risparmi (il Palermo ha speso più di tutti sul mercato) non sia la formazione «tritasassi» che poteva sembrare dopo le quattro vittorie esterne di fila. Ma anche il dubbio che non tutti i nuovi acquisti siano in grado di garantire il salto di qualità. Tanto che proprio contro il Brescia il popolo rosanero s’è ritrovato a osannare calciatori come Valente e Marconi, due «eroi» della promozione in B, entrambi decisivi per battere le «rondinelle».

Valente e Marconi che anche oggi dovrebbero partire nella formazione titolare. Il primo perché è tra gli esterni rosanero quello che seppur meno quotato ha il cross nel Dna e sa servire meglio Brunori (nella foto di Tullio Puglia), il secondo perché Ceccaroni è infortunato. E poi, sono giocatori nelle cui vene scorre sangue rosa e nero. La grinta di Valente e Marconi da cui ripartire, in cerca di un calcio non solo produttivo, come è accaduto col Brescia, ma anche convincente sul piano della linearità e delle idee. Un discorso che va avanti da mesi e che Corini - oggi squalificato ci sarà Lanna in panchina - non riesce a risolvere. Perché non ci stancheremo mai di ripetere che questa squadra può giocare meglio. Pensiero che lo stesso allenatore rosanero condivide in cuor proprio, tanto che dall’inizio del campionato ha provato tutto o quasi, sia nella scelta degli interpreti sia per i moduli tattici. Le ultime giornate hanno proposto questo schema 4-2-3-1 con un centrocampista più avanzato. A Genova fu Henderson e andò male, contro il Brescia Coulibaly ha accentuato la sua posizione offensiva ed è andata bene. Tutto lascia pensare che anche oggi il Palermo possa schierarsi così, ma il Cittadella è squadra ben diversa dal Brescia. Non solo perché proprio otto giorni fa i veneti hanno travolto i bresciani col risultato di 4-2. Ma perché sta bene, tatticamente è molto simile alla Sampdoria, perché gioca col trequartista (Vita) e pressa molto alto. Gomes e Stulac (favoriti nonostante Segre sia rientrato) potrebbero avvertire la mancanza di un altro mediano se il senegalese - o Henderson che resta un’opzione valida - dovesse giocare troppo avanzato. Vedremo in campo, anche pochi metri possono fare la differenza.

Quel che sembra certo è che per adesso Corini non rinuncia alla trazione laterale, cioè alla difesa a quattro e a due esterni offensivi. Del resto, con tutti quelli che ha in organico (oggi mancherà il solo Di Francesco) sarebbe delicato gestire un modulo 3-5-2 in cui un posto certo sulle fasce sarebbe di Lund o Aurelio. Lund e Aurelio che oggi si contenderanno una maglia in una formazione che ricalcherà quella di mercoledì. Un altro dubbio avanti a sinistra dove Di Mariano insidia il posto che contro il Brescia è stato di Mancuso. Giocatori molto diversi, il palermitano ha recuperato e sarebbe impiegato nel suo ruolo, Mancuso si dovrebbe adattare ancora ma in questa stagione c’è già riuscito.

Usando un termine straniero potremmo dire «working in progress», ovvero il Palermo cerca ancora la sua identità. I numeri sono confortanti, il gioco molto meno e il campionato è lungo. Intanto la priorità è quella di mantenere una buona posizione in classifica, in attesa di trovare la quadra e di recuperare giocatori che alla vigilia della stagione tutti ritenevamo importanti. Il primo di tutti Di Francesco, poi Insigne, lo stesso Henderson ha convinto a fasi alterne e due righe le merita Brunori. Ma non tanto perché ha segnato quattro gol, di cui uno solo in casa. Può starci e con questa media finirebbe in doppia cifra ampiamente. Ma perché contro il Brescia ha giocato la sua peggiore partita in maglia rosa. A parte il lancio per Valente nell’azione del gol si è incaponito in dribbling impossibili che alla fine hanno indispettito il pubblico. Cosa che non era mai accaduto in queste ultime due stagioni. Chiamiamoli mugugni d’amore, certo è che il Palermo non può permettersi di rinunciare al miglior Brunori, al capitano-bomber a cui anche quest’anno ha affidato tutte le sue ambizioni.

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