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Dybala: "Voglio rinnovare ma dobbiamo trovare un accordo"

E’ maturo Paulino, detto “u’ picciriddu”, ha avuto un’infanzia difficile per la scomparsa del padre e da grande uomo si è rimesso in piedi

PALERMO. E’ l’uomo del momento, non ci sono dubbi. Paulo Dybala ha incantato tutti, probabilmente ha sorpreso tutti. Forse anche Maurizio Zamparini che lo ha ormai etichettato come mr.42 milioni. Troppi? Chissà, se dovesse ancora fare bene, potrebbe anche valerli.

Intanto Dybala, intervistato da Sportweek, precisa: “Con 42 milioni mi comprerei il mondo – dice l’attaccante - in questo momento è una cifra bugiarda. Non sono molti i giocatori che valgono tanto e io oggi sicuramente non sono tra questi. Ma il presidente mi vuole bene e poi, si sa, quando gli mettono un microfono davanti alla bocca a lui piace parlare. E se le cose girano nel verso giusto, come in questo momento, anche di più“.

E’ maturo Paulino Dybala, detto “u’ picciriddu”, ha avuto un’infanzia difficile per la scomparsa del padre e da grande uomo si è rimesso in piedi: “Piango per mio padre, morto quando avevo 15 anni. Ha lottato per tanto tempo contro un tumore al pancreas, ma è stato inutile. A me, per proteggermi, non dicevano tutto, così io mi illudevo, speravo che guarisse. Oggi parlo spesso di lui con mamma, mi succede di sognarlo e ogni volta mi sveglio tra le lacrime“.

Un modo per ripagarlo è stato quello di diventare calciatore: “Sì. Mio padre aveva un sogno: che uno almeno dei suoi tre figli diventasse calciatore. Non c’è riuscito Gustavo, il maggiore, e neanche Mariano, che tutti dicono fosse più forte di me, ma che è stato vinto dalla nostalgia di casa. Perciò io dovevo farcela: per onorare la memoria di papà ed esaudire il suo desiderio. Lui mi aveva accompagnato a ogni allenamento ,un’ora di macchina da Laguna Larga, dove vivevamo, a Cordoba. Quando papà morì, chiesi alla società di farmi tornare a casa. Non fu facile: ero rimasto orfano da poco e avevo la famiglia lontano. Mi chiudevo in bagno a piangere, ma non ho mollato. E oggi so che papà è orgoglioso di me“.

Si parla di futuro e del possibile rinnovo con la società rosanero: “La frase che mi dice più spesso il presidente? Firma il contratto,Paulo!. Scade nel 2016 e non avrei problemi a restare. Però dobbiamo essere contenti in due”. Il primo impatto con Palermo, per Paulo Dybala, è stato sorprendente. L’attaccante argentino ammette di non aver mai sentito parlare del capoluogo siciliano prima di metterci piede.

Quando l’ha fatto, però, solo un pensiero è balzato nella sua mente: “Madonna mia, ma che caldo c’è qua?”, ammette ironicamente l’attaccante del Palermo. “Era estate e non si respirava – prosegue Dybala -. In Argentina non è mai così. Quando poi mi hanno portato a Mondello e ho visto il mare a 10 metri dal mio albergo, mi sono detto: questo è il paradiso. È incredibile: a metà novembre c’è gente che fa il bagno e altra che gira in giacca, cravatta e sciarpa…”.

A Mondello, dove abita, Dybala va spesso a fare un bagno a mare: “Anche a me piace nuotare, ma non vado mai troppo al largo perché ho paura“. A Palermo, inoltre, Dybala ha potuto apprezzare il calore della gente: “A Palermo si mangia alla grande e le persone sono troppo gentili. So che all’inizio si aspettavano di più da me, ma è stato complicato adattarmi al vostro calcio. Rispetto a quello argentino, e alla sua serie B, qui il gioco è molto più veloce, fisico e tattico. Pure gli arbitri sono differenti“.

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