PALERMO. Esoneri, plusvalenze, vittorie, delusioni, qualificazioni in Europa e una finale di Coppa Italia, ma anche una retrocessione: i quindici anni di Maurizio Zamparini da presidente del Palermo sono fatti di alti e bassi. Dalla promozione in serie A alla prima qualificazione in Europa, con le storiche vittorie conquistate a Francoforte e Londra, un Palermo che ha sfiorato la Champions, un Palermo ricco di campioni del mondo, un Palermo che ha sfornato fuoriclasse come Cavani, Dybala e Pastore.
Zamparini ha scritto pagine importanti e i risultati dicono che al momento è il presidente più vincente di tutta la storia rosanero. Ma ci sono anche gli esoneri, in tutto 28 da quando è a Palermo, uno dopo l’altro: da Guidolin a Ballardini, per passare anche da meteore come Glerean e Malesani, Zamparini li ha testati quasi tutti.
E poi i grandi affari, come la cessione di Pastore al Psg o di Dybala alla Juventus. Ma anche i rimpianti come la vendita per meno di otto milioni di euro di Belotti al Torino, giocatore che oggi vale almeno sessanta milioni. Zamparini è stato un presidente importante, i 40mila tifosi rosanero presenti all’Olimpico per la finale di Coppa Italia sono una delle fotografie indimenticabili di questi 15 anni. Ma la finale persa segna la chiusura di un ciclo importante, negli anni successivi Zamparini non investe più come prima, solo cessioni, scappano i migliori, il Palermo inizia a perdere colpi, fino alla retrocessione in B con Miccoli in lacrime.
La risalita immediata non porta gli effetti sperati, i tifosi si allontanano e il Palermo continua la sua discesa. 15 anni di gioie e dolori, Zamparini lascia la presidenza del Palermo ma resta ancora nel consiglio d’amministrazione, i prossimi giorni delineeranno meglio il futuro del club rosanero.
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