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Palermo, il pg Sava: «Non devono essere spuntate le intercettazioni contro la corruzione»

«Cosa Nostra è ancora molto forte, è pervasiva, si infiltra e si insinua in tutti gli spazi lasciati liberi dallo Stato e dall'etica». La considerazione è del procuratore generale di Palermo, Lia Sava, che durante la sua relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario nel capoluogo siciliano, ha posto l'accento sull'importanza del «tasso etico che la società civile deve tenere alto, assieme alla magistratura alle forze dell'ordine e alle istituzioni».

Il pg ha anche detto che «per contrastare efficacemente i fenomeni corruttivi occorrono anche le intercettazioni, strumento che non va spuntato ma che impone, ne siamo assolutamente consapevoli, il rigorosissimo rispetto delle regole codicistiche, senza perniciose fughe di notizie, così scongiurando in radice ogni oscena invasività nella sfera di terzi estranei al reato».

Lia Sava vede per l'Italia un pericolo, che «con le allettanti risorse del Pnrr ci sarà un’espansione delle attività di Cosa Nostra indirizzate al fine di lucro per aggiudicarsi ricchezza ingente, attraverso il riciclaggio e l’acquisizione di aziende, con l'obiettivo di realizzare posizioni monopolistiche in settori commerciali nevralgici, sfruttando fetide e ben collaudate relazioni con settori corrotti della pubblica amministrazione. Non è facile ricostruire reati contro la pubblica amministrazione».

Nel video l'intervista di Ivana Baiunco

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