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Palermo, Frasca a Nordio: «Contro la mafia servono intercettazioni sempre più sofisticate»

Matteo Frasca all'inaugurazione dell'anno giudiziario del 2022

Il presidente della Corte d’appello di Palermo, Matteo Frasca, nella relazione che sarà illustrata domani (28 gennaio) all’inaugurazione dell’anno giudiziario, risponde al ministro della Giustizia Carlo Nordio sul tema delle intercettazioni nella lotta alla mafia.

«Il ministro della Giustizia - dice Frasca - ha affermato che “i mafiosi non parlano al telefono”. Questo può essere vero solo con riferimento alle tradizionali forme di comunicazione telefonica, e peraltro neanche in modo assoluto come dimostrato da alcune vicende processuali. Ma i criminali ricorrono a modalità sempre più sofisticate di comunicazione per intercettare le quali è indispensabile fare ricorso alla tecnologia, la cui inevitabile invasività è bilanciata dai rigorosi limiti di ammissibilità di ricorso alle intercettazioni e dalle cautele imposte in diversi momenti dalla normativa vigente che probabilmente costituisce il punto di equilibrio più avanzato tra efficienza e garanzia».

Nella relazione il presidente Frasca parla anche dell’arresto di Matteo Messina Denaro, che a suo giudizio assesta un colpo decisivo alla componente stragista della mafia e apre scenari inesplorati. Il testo è stato pubblicato nel sito web della Corte. Come è già accaduto con altre figure del vertice mafioso, la fine della latitanza del boss costituisce senza dubbio, secondo Frasca, «un momento di grande importanza sia perché probabilmente completa la lunga e difficile operazione di smantellamento della componente stragista dell’organizzazione, sia perché apre prospettive investigative potenzialmente straordinarie che l’azione corale delle istituzioni potrà valorizzare in direzione di ambiti diversi da quelli strettamente connessi con il latitante».

Un passaggio della relazione coglie il senso delle reazioni suscitate dall’arresto di Messina Denaro ma anche il rischio di un facile trionfalismo. «Scaldano il cuore - si legge nel documento - le manifestazioni di giubilo di quei cittadini che hanno espresso soddisfazione e apprezzamento per l’operato dei carabinieri, così come fanno ben sperare le iniziative, soprattutto di giovani e di bambini, che, esternando pubblicamente e gioiosamente la netta presa di distanza da Cosa nostra, ripongono consapevole speranza che anche queste operazioni contribuiscano ad arrivare alla verità sui misteri ancora non risolti di questo Paese».

Per Frasca, «raggiungere la verità è un diritto dei familiari delle vittime e della comunità ed è un dovere delle istituzioni. Peraltro, è triste constatare che, accanto a queste manifestazioni che richiamano il “fresco profumo di libertà” di cui parlava Paolo Borsellino, persistano ancora sacche più o meno ampie di indifferenza e disinteresse, se non quando di dissenso, che impongono di non indulgere a facili e pericolosi trionfalismi».

Frasca avverte poi che «la inquietante rete di protezione a diversi livelli di cui ha beneficiato il latitante, senza la quale non avrebbe potuto sottrarsi per così lungo tempo alla cattura, pone seri interrogativi e apre scenari per certi versi inesplorati sul grado di penetrazione di Cosa nostra nel tessuto sociale e istituzionale».

Alle forze di polizia, «modello di efficienza - scrive nella sua relazione Matteo Frasca -, rinnovo ancora una volta, in questa solenne occasione, la mia gratitudine per l’impegno che profondono quotidianamente in tutti i compiti istituzionali. Un impegno che appena pochi giorni fa è stato coronato dalla cattura di Matteo Messina Denaro alla quale è stata destinata una paziente, lunga e defatigante opera di investigazione gestita con un’azione corale sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Palermo e portata a termine nell’assoluto rispetto delle regole di uno Stato di diritto dai carabinieri ai quali rivolgo un elogio particolare». E poi, «il personale amministrativo che quotidianamente contribuisce al funzionamento della giustizia, i giornalisti la cui corretta attività d’informazione costituisce un indispensabile presidio di democrazia, i docenti e gli studenti che quest’anno sono nuovamente presenti fisicamente e sono certo che apporteranno nuovamente il loro contributo al dibattito. Ringrazio, infine, Radio Radicale per la preziosa opera che continua a svolgere».

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