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Ita, il dramma dei lavoratori Almaviva a Palermo: "Ci lasciano a terra"

Tornano in piazza i lavoratori di Almaviva per chiedere maggiori certezze dopo l’arrivo di Covisian, la società che ha vinto l’appalto per gestire i call center Ita di Rende e Palermo. Decine di dipendenti hanno manifestato a Palermo, davanti al teatro Massimo - "Ita vola al ribasso, no alla rottamazione del personale e alla macelleria sociale" riporta uno degli striscioni esposti dai manifestanti -, preoccupati da quanto è emerso dal tavolo ministeriale che si è tenuto a Roma martedì scorso, mentre i sindacati puntano il dito contro le condizioni dettate dall’azienda e ritenute inaccettabili.

"Il dialogo con l’azienda è cominciato in salita con offerte al ribasso - dice all’AGI Massimiliano Fiduccia Rsu Slc-Cgil -. Nel bando di gara, infatti, non c'è traccia della clausola sociale. Se da un lato Covisian è disposta a mantenere le attività nel capoluogo siciliano e a Rende, dall’altro chiede un significativo taglio del costo del lavoro che non è assolutamente accettabile. La clausola sociale infatti prevede continuità su diritti e contribuzioni".

L’ennesima tegola che si abbatte su 621 famiglie, delle quali solo 570 vivono a Palermo, come testimonia Cristina, 39 anni, e da 13 anni in Almaviva: "Stiamo vivendo questi ore con forte apprensione - racconta all’AGI -. Non è la prima volta che abbiamo vissuto momenti difficili, ma adesso siamo spaventati perchè non abbiamo certezze. Ci aspettiamo che il governo prenda posizione e che non lascino a terra nessuno. Non cerchiamo aiuti o ammortizzatori sociali - aggiunge -, di difficoltà ne abbiamo vissute tante, ma questa volta questa vertenza potrebbe avere un epilogo tragico".

Un destino che unisce anche Francesco e Cristina, sposati da 7 anni dopo essersi conosciuti tra i corridoi di via Cordova: "Lavoriamo insieme e grazie a questa azienda tutto quello che abbiamo faticosamente costruito ora potrebbe finire - spiega il 39enne, da 17 anni in Almaviva - . Abbiamo due bimbi, l’asilo e il mutuo della casa da pagare, e ora temiamo di perdere tutto da un giorno all’altro. Siamo speranzosi che questa vertenza possa risolversi al meglio difendendo i diritti acquisiti in questi anni". Timori condivisi anche da Alice, 44 anni, che non nasconde la sua preoccupazione: "Covisian si è detta disponibile a proseguire l’attività a Palermo e a Rende ma non sono chiare le tempistiche precise per l’assorbimento. In compenso sono molto chiare le condizioni economiche per il passaggio che prevedono l’azzeramento di scatti e livelli. Io sono single e la mia è una di quelle categorie quasi invisibili: come se avessimo altre risorse da cui attingere, mentre abbiamo un solo stipendio"

In attesa della prossima convocazione fissata il 17 settembre al ministero del Lavoro, i sindacati sono sul piede di guerra: "La protesta continuerà con altre iniziative - conclude Fiduccia - perchè in questo momento le distanza sono incolmabili".

Video di Marco Gullà

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