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Covid a Palermo e la polemica sul numero di contagi, Di Dio: la scarsa organizzazione lede i nostri diritti

È polemica sui report che l’Asp di Palermo ha consegnato al Comune: “Dati epidemiologici ripuliti da una serie di imperfezioni e lacune”, come dice il sindaco Leoluca Orlando, tuttavia difformi da quelli presentati in precedenza.

“Noi su questi dati paghiamo, perché su di loro basiamo la nostra esistenza aziendale - commenta Patrizia Di Dio, presidente Confcommercio Palermo - non è possibile che delle misure tanto restrittive, che condizionano la nostra vita, non si fondino su dati oggettivi. Non c’è un sistema informatizzato e non c’è un sistema di controllo sulla duplicazione dei dati”.

“Inoltre - prosegue l'imprenditrice - in questo periodo in cui si definisce la finanziaria regionale non si sente parlare di fondi diretti alle imprese, l’economia reale della nostra regione. Come è possibile? Non sappiamo neppure per quando è prevista la fine della campagna vaccinale: considerata la lentezza e considerato il numero degli aventi diritto, avremmo bisogno di 390 giorni per concluderla. Questo non è ammissibile. La scarsa organizzazione adesso sta minando i nostri diritti d’impresa e i nostri diritti individuali: anche senza lavoro si muore, e, dato che il decreto di venerdì scorso non ci salverà, abbiamo bisogno di lavorare”.

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