Tutti dietro la porta della stanza di Biagio Conte. Lui è a letto e non è più in grado di parlare ma sente quante persone sono arrivate alla «Cittadella del povero e della speranza» in via Decollati a pregare per lui. Ci credono e ci sperano ancora tutti.
Nelle loro preghiere chiedono a Dio di posare la sua mano su fratello Biagio e guarirlo. Chiedono il miracolo perché c’è ancora troppo bisogno di lui su questa terra. La messa è stata celebrata da don Pino Vitrano insieme ad altri parroci. Fratello Biagio non vuole che si pronunci il suo nome. Chiede solo di pregare con fede.
«Non so in quale volto noi vogliamo vedere Dio – recitano i sacerdoti nell’omelia -. Noi dobbiamo incarnare la giustizia divina e renderla palpabile nei valori dell’accoglienza e del rispetto della dignità dell’essere umano. E uno che ha operato per questo merita anche fino all’ultimo momento che sia rispettato, che sia rispettata la sua dignità. Ogni buon padre di famiglia ha come preoccupazione più alta quella di mettere al sicuro i suoi figli, i suoi discepoli, le persone di cui ha cura e alle quali vuole bene».
La preghiera comunitaria ha permesso a chiunque lo volesse di recitare a voce alta un pensiero o una preghiera per fratello Biagio: «Gesù figlio di Davide abbi pietà del fratello Biagio, guarisci fratello Biagio, libera fratello Biagio, salva fratello Biagio. Gesù se tu vuoi puoi toccarlo e lui sarà guarito». Appeso al muro esterno, c’è un cartello scritto tempo fa da Biagio Conte che tutti si fermano a leggere: «Fratello Biagio sente nel cuore di continuare a pregare e fare penitenza ritirandosi in totale vita eremitica e di forte clausura. Non posso rispondere a nessuno ma sappiate che pregherò per tutti voi, voi pregate anche per me e per il mondo intero. Grazie o Buon Gesù per quest’altra penitenza che mi hai affidato. Pace e Speranza, Fratel Biagio piccolo servo inutile».
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