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Fondi alla Sicilia, arriva Giorgia Meloni per firmare l’accordo: ecco le opere in programma

Il piano miliardario piomba sulle Europee tra le polemiche. Le opposizioni contestano il governo nazionale e quello regionale

Italian Prime Minister Giorgia Meloni attends the traditional end-of-year press conference in Rome, Italy, 4 January 2023. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

A mezzogiorno l’opposizione, compatta più che alle urne, convocherà i giornalisti per tentare di fornire la propria versione di un piano per la verità annunciato da mesi. Poi, alle 16 al teatro Massimo di Palermo, Giorgia Meloni si prenderà la scena insieme al presidente Schifani per staccare, a favore di flash, un assegno che vale 6,8 miliardi.

Sono i due volti della giornata di oggi. Momento cruciale della campagna elettorale in Sicilia. La premier arriva in città per firmare l’accordo che consentirà alla Regione non solo di avere i fondi Fsc ma anche di spenderli. È un patto indispensabile, perché fissa i paletti di spesa capitolo per capitolo, progetto per progetto. E tuttavia è un patto il cui testo era pronto da almeno un mese e per questo motivo Pd, grillini e Sud chiama Nord contestano «lo show della Meloni a pochi giorni dall’apertura delle urne per le Europee».

L’attacco delle opposizioni

In mattinata i leader dei tre partiti di opposizione incontreranno i giornalisti per contestare i contenuti del piano di spesa. E anche le modalità seguite dai due governi. «Il piano per i fondi Fsc ha di fatto scavalcato l’Ars malgrado fosse previsto per legge un parere obbligatorio - ha detto ieri il capogruppo dei grillini Antonio De Luca -. In commissione Ue è arrivata solo una bozza che indicava macro aree di investimenti mentre il dettaglio delle opere finanziate non è mai arrivato in Parlamento».

Le opere finanziate

Il dettaglio delle opere è un malloppo di 68 pagine in calce alle quali oggi verrà apposta la firma della Meloni e di Schifani. Una procedura, va detto, seguita in tutte le altre Regioni. La quota principale di questo assegno da 6,8 miliardi da spendere entro il 2027 è stata destinata al Ponte sullo Stretto e vale 1,3 miliardi. Altri 800 milioni serviranno a Schifani per realizzare i due termovalorizzatori di Palermo e Catania in cui smaltire l’immondizia indifferenziata.

Il piano prevede finanziamenti per risorse idriche e rifiuti (340 milioni), depurazione (350 milioni), interventi su alvei fluviali (250 milioni), per il contrasto al dissesto idrogeologico (400 milioni) e all’erosione costiera (50 milioni).

E ancora, 31,6 milioni serviranno a finanziare 45 interventi nel settore energia, 290 milioni per opere destinate a migliorare l’irrigazione nelle campagne attraverso progetti presentati dai consorzi di bonifica. Altri 30 milioni permetteranno al governo di acquistare mezzi antincendio per i forestali.
Nel settore dei beni culturali verranno finanziati 54 progetti. I più importanti riguardano la Cittadella della cultura di Messina (20,6 milioni), il restauro del teatro Politeama di Palermo (15 milioni), il parco archeologico di Kamarina (8 milioni), 7,5 milioni per la rifunzionalizzazione di Santa Marta a Catania e altri 6,1 milioni per il Castello Ursino.

C’è poi un miliardo per la ristrutturazione di strade e il finanziamento di ferrovie. E poi 20 milioni per l’aeroporto di Palermo, 9 per lo scalo catanese e altri 20 per quello di Comiso. Altri 95 milioni serviranno a potenziare i trasporti marittimi e 49 i mezzi pubblici delle città. Per il settore sanità previsti 250 milioni, 130 dei quali sono destinati al nuovo ospedale di Gela e 50 per l’Ismett di Palermo.

Infine, il piano prevede 450 milioni per incentivi alle imprese. Fra cui vanno segnalati i 130 milioni per gli alberghi, i 40 per rifinanziare Ripresa Sicilia (il bando che assegna contributi gestito dall’Irfis). E non vanno dimenticati i 90 milioni per ristrutturare le terme di Sciacca e Acireale.

La richiesta di fermare tutto

Ma per l’opposizione l’illustrazione di questo piano si trasformerà oggi in una convention da campagna elettorale: «Al di là del fatto che il piano non è passato dal Parlamento regionale - ha detto ieri il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro - il punto è che oggi ci saranno vari assessori candidati alle Europee che faranno la loro passerella promettendo fondi a chiunque». Il Pd, i grillini e Sud chiama Nord hanno chiesto di revocare la manifestazione ma il governo ha confermato (senza replicare alle accuse dell’opposizione). L’appuntamento è per oggi alle 16 al teatro Massimo.

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