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Incendi in Sicilia, l'assessore Di Mauro a Musumeci: «La documentazione c'è e voi avete risposto con 7 mesi di ritardo»

La precisazione di Di Mauro: «Presentata relazione di 500 pagine». Contro le scelte del governo di Roma anche Cinquestelle e Pd

«Una risposta, negativa, arrivata con 7 mesi di ritardo rispetto alla domanda. Una domanda, peraltro, assolutamente documentata da un’ampia relazione di oltre 500 pagine redatta in modo certosino dal dirigente della Protezione Civile, ingegner Salvatore Cocina». Lo dice il coordinatore regionale del Mpa e assessore all’Energia della Regione Siciliana, Roberto Di Mauro. Una risposta diretta al ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, che della Regione è stato il numero uno fino alle ultime elezioni del 2022.

Non a caso, la nota di Di Mauro precisa che la risposta arriva dopo «la decisione del ministro alla Protezione civile Nello Musumeci di non riconoscere lo stato d’emergenza per gli incendi che hanno colpito la Sicilia lo scorso luglio e che hanno provocato 6 vittime e ingenti danni tra cui la devastazione di ben 2 parchi archeologici. Un diniego motivato dal ministro Musumeci da una mancanza di documentazione».

Impensabile, secondo Di Mauro, «non valutare gli eventi tali da giustificare una misura d’emergenza, se è vero che oltre alle vittime, oltre alla devastazione di parchi archeologici, ci sono moltissime persone che hanno dovuto abbandonare la propria abitazione a causa degli incendi». Peraltro, conclude Di Mauro, «c’è un precedente che risale al periodo in cui lo stesso ministro Musumeci era governatore. In quel caso, dinanzi ad un diniego della Protezione civile, fu il presidente del Consiglio Draghi a spingere per sbloccare i fondi destinati alla Sicilia».

Lo scontro fra Roma e la Sicilia potrebbe trovare una sintesi mercoledì (10 gennaio), dal momento che lo stesso ministro Musumeci ha convocato i vertici dei due uffici di Protezione civile, Fabrizio Curcio per lo Stato e Salvo Cocina per la Regione, allo scopo di trovare una soluzione.

Intanto, prendono posizione anche i partiti d'opposizione. «A luglio dell’anno scorso - afferma il deputato siciliano del M5S Davide Aiello - gli incendi in Sicilia hanno causato 6 vittime e oltre 150 milioni di euro di danni ad abitazioni e terreni. Adesso il governo di Giorgia Meloni e il suo ministro della Protezione civile Nello Musumeci, ex presidente della Regione Siciliana, negano gli aiuti a chi ha subito danni gravissimi da quei roghi: un altro tradimento nei confronti della Sicilia e dei siciliani. Tutto questo è inaccettabile».

«Già ad ottobre - dicono in una nota i parlamentari del Pd Anthony Barbagallo e Antonio Nicita - avevamo denunciato la discriminazione operata dal governo Meloni nei confronti della Sicilia e il mancato riconoscimento dello stato di calamità conseguente agli incendi. Con mesi di ritardo oggi assistiamo alla confessione di Musumeci ed al solito intollerabile scaricabarile. La verità è che la Sicilia ed i siciliani non trovano spazio nell’agenda del governo. Da luglio solo comunicati e promesse di intervento ma nessun atto concreto. Anzi il governo Meloni bocciava a più riprese le nostre proposte per intervenire finanziariamente. Che differenza con la solerzia, giusta, per ristorare i danni nelle altre regioni».

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