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Cafiero De Raho chiede lo scioglimento del Comune di Cerda, il legale del sindaco replica: «Non conosce le carte»

Il vicepresidente della commissione nazionale Antimafia interviene sull'inchiesta sulle pressioni per fare passare la processione sotto la casa di un boss

Federico Cafiero De Raho (foto di Fabio Frustaci/Ansa)

«Chiediamo al ministro Piantedosi di nominare, attraverso il prefetto locale, una commissione presso il Comune di Cerda, in provincia di Palermo, per accertare se ci siano i presupposti per lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale, alla luce dei gravi fatti per i quali ha ricevuto un avviso di conclusione dell’indagine il sindaco Salvatore Geraci, che è anche deputato regionale e componente della commissione Antimafia siciliana». Lo afferma il deputato M5s Federico Cafiero De Raho, vice presidente della commissione nazionale antimafia ed ex procuratore nazionale antimafia, che su questa vicenda oggi ha depositato un’interrogazione firmata anche dai colleghi del Movimento 5 Stelle Morfino, D’Orso, Carmina, Cantone, Scerra, Aiello, Raffa, Gubitosa e Ascari.

Le accuse nei confronti del deputato regionale eletto nelle fila di Sud chiama Nord e poi transitato nella Lega, sono pesanti: avrebbe tentato di costringere il comandante della polizia municipale a scrivere al questore per ottenere che una processione religiosa passasse davanti alla casa del boss di mafia Vincenzo Civiletto. «I modi spiccioli e intimidatori che Geraci avrebbe usato nei confronti del comandante - aggiunge - non fanno che aggravare la sua posizione, al di fuori dello stretto ambito penale. Le parole da lui rivolte al comandante sono sconcertanti. Il passaggio della processione religiosa sotto casa del boss mafioso per fortuna non si verificò, perché il questore non cambiò idea, ma rischiava di costituire l’ennesimo episodio di inchino in una processione religiosa lungo le vie di un piccolo comune di fronte alla casa di un mafioso. Ci aspettiamo che il governo faccia tutto ciò che è in suo potere per difendere l’onorabilità, la trasparenza e l’integrità delle istituzioni di Cerda e di tutta la Sicilia».

La replica arriva dall’avvocato Vincenzo Lo Re, difensore del sindaco di Cerda. «A giugno del 2022 - scrive in una nota il legale - la procura di Termini Imerese scriveva alla Dda di Palermo, chiedendo di valutare se nel procedimento a carico di Salvatore Geraci (sindaco di Cerda) potevano emergere fatti di loro competenza e annunciava intercettazioni su tutti gli indagati. Nel gennaio 2023 la Dda scriveva alle procura di Termini Imerese per chiedere se erano emersi nuovi profili e questa rispondeva di no. Pertanto, due Procure hanno escludo l’esistenza di condotte di rilevanza mafiosa e chi chiede lo scioglimento del Comune di Cerda non conosce le carte».

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