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Pressioni per la processione sotto la casa del boss, indagato il sindaco di Cerda

Otto avvisi di chiusura indagini per numerose vicende legate all'amministrazione municipale: coinvolti il presidente del Consiglio comunale e un ex assessore. Geraci avrebbe minacciato il comandante della polizia municipale affinché non modificasse il percorso della Via Crucis

Salvatore Geraci, sindaco di Cerda

Avrebbe minacciato il comandante della polizia municipale per cercare di obbligarlo a non modificare il percorso della processione della Via Crucis che prevedeva una sosta in piazza Generale Cascino, nella zona in cui si trovava agli arresti domiciliari Vincenzo Civiletto, condannato per associazione mafiosa. È finito sotto inchiesta anche per questo il sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, deputato regionale eletto nella lista di Cateno De Luca e di recente transitato nelle fila del Carroccio. In particolare Geraci è accusato di avere intimato al comandante dei vigili di scrivere al questore: Leopoldo Laricchia aveva infatti modificato il percorso della processione in programma il 15 aprile del 2022, evitando quel passaggio ambiguo sotto casa di un boss. Il sindaco avrebbe voluto ottenere il ripristino dell’itinerario tradizionale. Un disegno - quello del cambio del percorso della processione - che però non si è verificato, perché Laricchia non cambiò idea.

Rischia di scatenare un terremoto nel piccolo paese delle Basse Madonie l’indagine che vede coinvolti il sindaco, ma anche il presidente del Consiglio comunale Mario Dioguardi, l’ex assessore al Turismo Cristian Vivirito, il fratello del sindaco, Simone Geraci, due dipendenti comunali, Vincenzo Tripi (oggi in pensione) e Antonina Iolanda Iudicello e i titolari di due attività commerciali: Gaetana Castiglia e Salvatore Cappadonia. Tutti sono stati raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini notificato dalla Procura di Termini Imerese per fatti contestati che si sarebbero verificati tra il Venerdì Santo, la festa del carciofo tenuta dal 23 al 25 aprile 2022 e le elezioni regionali del settembre dell’anno scorso. Le contestazioni mosse a vario titolo vanno dal peculato alla minaccia grave, dalla tentata concussione alla violazione di norme in materie di appalti pubblici, dalla appropriazione indebita all’abuso d’ufficio.

La vicenda della processione è sfociata anche in un procedimento disciplinare a carico del comandante, culminato con una multa. Al sindaco è contestato anche l’abuso d’ufficio per l’ordinanza in occasione della Fiera del Carciofo, sempre del 2022, con la quale alcune aree comunali venivano «esentate dal pagamento della Tosap» in violazione del regolamento municipale, procurando così al Comune il danno del mancato introito pari alle tasse non pagate. Al presidente del Consiglio comunale Mario Dioguardi e all’ex assessore Cristian Vivirito è contestata invece l’appropriazione degli incassi delle locazioni delle «casette» in occasione della quarantesima Sagra del Carciofo. Inoltre agli stessi Dioguardi e Vivirito, con Vincenzo Tripi, viene contestata l’appropriazione indebita di somme di denaro degli incassi relativi ai ticket recanti le diciture 40ª sagra del carciofo di Cerda, offerta degustazione al costo fisso e prestabilito di 2,50 euro. La stima della vendita sarebbe di 1.470 ticket per un incasso totale di circa 3 mila 675 euro. Al Comune invece, venne versata la somma di 1.072 euro: di conseguenza ai tre è stata contestata l’appropriazione di 2.603 euro. Il fratello del sindaco Simone Geraci viene tirato in ballo per le gravi minacce, in occasione delle regionali del 25 settembre 2022, a un addetto alla vigilanza di un seggio elettorale. Le indagini nei confronti di Antonina Iolanda Iudicello, Vincenzo Tripi, Gaetana Castiglia e Salvatore Cappadonia riguardano infine la falsa attestazione del servizio di degustazione svolto nel corso della Sagra del Carciofo. A Castiglia in particolare viene contestata anche la falsa attestazione di un servizio per un costo di 8 mila euro che di fatto ha svolto la ditta denominata Ron & Salvo.

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche. «Geraci deve dimettersi dalla commissione Antimafia», ha tuonato il deputato di Sud chiama Nord Ismaele La Vardera, che alle Regionali era candidato nella stessa lista di Geraci. Secondo La Vardera, «le notizie di stampa che vedono protagonista l’attuale deputato e sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, se verificate destano preoccupazione. Credo che sia giusto che la magistratura faccia il suo corso, ma ritengo pure che l’onorevole Geraci debba dimettersi dalla commissione antimafia per l’onorabilità della stessa commissione di cui sono vicepresidente. Non possiamo permetterci - ha concluso La Vardera - che su un componente della commissione antimafia penda un sospetto così grave, che coinvolgerebbe addirittura un soggetto che sta scontando una condanna per mafia».

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