«Bene la volontà di questa amministrazione di farci lavorare di più, nell’ultimo periodo le serate sono diventate uno sprint in cui i ragazzi devono entrare, bere, socializzare, escono alle 3 ubriachi in mezzo alla strada e chiaramente se non li metti in condizione di sicurezza si mettono in macchina e vanno a fare danno». O finiscono in una situazione abusiva e non controllata. Quindi, per Vicio Di Fresco, gestore della discoteca Country di via dell’Olimpo, a Palermo, ben venga che il turista che arriva d’estate e che a Ibiza va a ballare alle 2 di notte non si veda negare l’ingresso «da noi che in quel momento stiamo quasi chiudendo. È normale che l’allungamento dell’orario serve a incentivare un turismo più giovanile, ma tutto ciò deve viaggiare di pari passo con l’aumento del livello di sicurezza e di controllo delle forze dell’ordine. Se noi addetti ai lavori per primi non ci sentiamo tranquilli a restare aperti fino all’alba, rinunciamo».
Una serenità in parte ritrovata negli ultimi mesi, dopo le liti e le aggressioni avvenute proprio davanti alla discoteca di Mondello, dove branchi di ragazzini senza biglietto hanno dato vita a guerriglia urbana e a scontri con i vigilantes. Per uno di loro, le conseguenze sono state gravi: perdita della vista da un occhio. «Qualcosa è cambiato da quella denuncia - dice Di Fresco -. Noi abbiamo messo i metronotte su via dell’Olimpo, ma non possiamo certo pretendere dalla polizia che faccia vigilanza privata per noi. Siamo spesso sentiti per fornire le immagini del sistema di videosorveglianza delle serate, c’è attenzione. Ma così, non regolamentato, non è sufficiente». Il protocollo sicurezza è ancora in alto mare. Le associazioni di categoria attendono ancora il confronto in prefettura sul documento abbozzato dal Comune con il coinvolgimento della questura.
«Avremo anche più costi sul personale, ma se lavoriamo in tranquillità possono essere ammortizzati - aggiunge -. Due ore in più in sicurezza, altrimenti l’allungamento della serata non è prioritario rispetto alla sicurezza». E su questo fronte, il Country si sta dotando (materiale ordinato e sistema operativo in un mese e mezzo circa) dei tornelli automatici, come quelli dello stadio per intenderci, per disciplinare l’ingresso dei ragazzi. A chi acquista il biglietto online o alla cassa, viene assegnato un codice univoco che passa dal lettore e gli consente l’entrata. Una identificazione quindi del pubblico presente in sala c’è. Così contiene l’arrembaggio degli abusivi e si annullano le tensioni con il personale. Automatizzare il procedimento per togliere la variante umana.
Il regolamento restringe, invece, il campo dei locali del centro storico. È già in pace con il provvedimento del Comune il Vespa Cafè di via dell’Orologio, che da 12 anni fa intrattenimento musicale ma rispettando il termine di mezzanotte per silenziare tutto e non disturbare i residenti. Non cambia nulla. «Noi non abbiamo mai avuto problemi di risse o schiamazzi proprio perché ci siamo regolamentati da subito - dice il titolare Peppe Ciulla -. Magari guadagni qualcosa in meno, ma il locale ha vita lunga». Stesso trend per la Farmacia Alcolica di via Alloro, che non fa musica dal vivo, ma la usa in sottofondo e a basso volume. «È una scelta che si adatta alla nostra clientela - dice il titolare Ninni Arcuri -. E comunque non facciamo le ore piccole».
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