«La Regione Siciliana è riuscita nell’impresa di prorogare i contratti di circa 9 mila precari dell’emergenza Covid, dimenticando però 23 lavoratori altamente qualificati, tra i più qualificati, che dal primo aprile sono rimasti senza un’occupazione. Un paradosso inspiegabile».
Il parlamentare del Pd Carmelo Miceli interviene sul caso del personale del drive-in dell’Istituto zooprofilattico siciliano di via Marinuzzi, a Palermo. Si tratta di biologi, tecnici di laboratorio e veterinari assunti con contratti co.co.co. a novembre del 2020 ai quali però non è toccata la stessa sorte degli altri 9 mila precari tra sanitari, medici e amministrativi siciliani che hanno beneficiato del rinnovo contrattuale.
«Sono 23 lavoratori dello Zooprofilattico che, per mesi, hanno garantito l’attività del drive-in dando fondo, a pieno, alle le loro competenze e professionalità. Lavoratori che - aggiunge Miceli - nel corso della pandemia hanno svolto un servizio indispensabile per Palermo, ma gli unici dell’intero comparto emergenziale ad essere stati rispediti a casa. Gli unici in tutta la Sicilia. Sono forse precari di serie B?».
«Al loro posto - dice ancora il deputato dem - nonostante le risorse investite dall’Istituto Zooprofilattico per la loro formazione, è stato inviato dall’Asp altro personale per garantire continuità al presidio. Dal momento che ai lavoratori è stato dato il benservito e che la Regione non si è preoccupata di includerli nel piano delle proroghe, sosterrò io le loro ragioni chiedendo subito al ministro Speranza se è ammissibile che chi ha dedicato il proprio impegno e i propri sforzi nella lotta al Coronavirus sia trattato in questo modo».
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