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Da Italtel a Fincantieri, la crisi nera dell'industria a Palermo: ecco la "mappa" della Fiom

L’Italtel a Carini, Fincantieri a Palermo, la Blutec di termini Imerese: i luoghi, i tempi e le ragioni delle crisi dell’industria nel palermitano saranno al centro della prossima assemblea provinciale della Fiom, che vedrà giungere nel capoluogo siciliano il segretario generale nazionale Michele De Palma.

«Chiediamo nuove opportunità lavorative, da una decina d’anni nella nostra realtà non si intravedono prospettive serie per l’occupazione. Sono necessarie politiche industriali sia a livello regionale che statale per portare nuovi insediamenti produttivi nella provincia di Palermo», affermano il segretario generale Fiom Cgil Palermo Francesco Foti e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, che chiedono «interventi per contrastare la desertificazione industriale e, a questo proposito, sollecitano l’iter per dare attuazione alla fase operativa delle Zes da poco istituite per attirare le imprese che vogliono investire in Sicilia».

La situazione più critica riguarda la Italtel di Carini, che attualmente è in concordato preventivo, con una trattativa in corso al ministero dello Sviluppo economico. Negli anni Ottanta, i dipendenti arrivavano a 2 mila: oggi sono 175, figure di alto profilo professionale che operano nella progettazione e sviluppo di reti multimediali e di applicazioni innovative nel campo del wireless e della banda ultra-larga. Italtel ha annunciato 200 esuberi su 900 dipendenti in Italia nelle sedi di Milano, Roma e Carini.

Altro tema è Fincantieri. «Aspettiamo dal nuovo governo la definizione dell’iter per il finanziamento già approvato dal governo Conte per dare il via ai lavori del bacino da 150 mila tonnellate, opera fondamentale per l’occupazione di centinaia di metalmeccanici palermitani e siciliani ma ancora in stand by», aggiungono Foti e Ridulfo.
«E poi - proseguono - c’è la sede Leonardo di Palermo: da tempo chiediamo l’assegnazione di nuove commesse per potere incrementare l’occupazione. Stessa cosa per la sede locale di STMicroelectronics, fiore all’occhiello, con i risultati eccellenti per il lavoro svolto da ingegneri e tecnici palermitani. Anche in questo caso la produttività potrebbe essere incrementata per dare respiro all’occupazione».
Nella mappa delle crisi emerge Blutec di Termini Imerese. «I governi che si sono succeduti finora non sono stati capaci di ridare nuove prospettive al sito», spiegano i segretari Fiom e Cgil.
«L’area industriale di Termini Imerese, così come la zona produttiva di Brancaccio, svuotati dopo la fuga di tante aziende, possano tornare a essere siti attrattivi per gli investimenti, così come è accaduto nel sito industriale di Carini con la Tecno System, la multinazionale italiana che ha acquisito il controllo della Seli-Kab , azienda che si occupa di hardware all’interno dello stabilimento di Italtel».
Tra le vicende nell’agenda della Fiom c’è quella della ex gloriosa Keller, e di Ansaldo Breda, acquisita da Hitachi col governo Renzi: nella cessione passarono tutte le sedi tranne il sito di Carini, escluso. «Ansaldo e Keller rappresentavano gli stabilimenti di punta del nostro polo ferroviario e non ci sono più, in un momento in cui sarebbero serviti per risanare la condizione disastrosa delle nostre ferrovie», continuano Ridulfo e Foti. Infine, le partecipate del Comune di Palermo. «Abbiamo chiesto - dicono i sindacalisti - un incontro al sindaco per una verifica dello stato di tutte le aziende. Alla Sispi servono nuove assunzioni per garantire il turnover. E chiediamo al Comune certezza sui lavori per le nuove linee del Tram, è fondamentale sapere quando partiranno, anche per dare lavoro ai metalmeccanici, come sta avvenendo per le linee già in funzione, dove in tanti sono già impegnati».

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